Ma davvero sto partendo?
Apro un occhio, uno solo, perché l’altro è quello che il furioso bramire del cervo solitario ha tenuto aperto tutta la notte.
Ecco perché stamattina ho riflessi un po’ impacciati, e reazioni non proprio nella norma.
Non è ancora stagione, e non sono favorevole agli spari, ma se non fosse sopraggiunto il dissuasorio albeggiare, il cervo malefico lo avrei sparato senza pensarci due volte.
L’alba ha dissuaso il cervo, dico, mica la mia ira.
E che sarà mai? Cos’è, cerbiattine, è un cervo brutto? È strabico? Ha un corno per traverso? No, dico, perché se è il bramito che ve lo fa scegliere … questo qui dovrebbe avere la fila davanti a casa, eh? Ha prodotto un’amplissima gamma di versi di richiamo per tutta la notte.
BRUUUUUUUUHMMM – MRUUUUUUMMMMMGGGHHHH – RRRRUUUUUUGGGGHHHHH
Un’infinità di consonanti gutturali a tutto volume, e la mattina non era nemmeno rauco!
E sposatevelo, no? Così io dormo, almeno.
Ah, già … adesso non si potrebbe comunque.
Mi pare che parto.
Allora, cerbiatte, vi lascio alle serenate dello spasimante, e mi organizzo.
Mi pare che le valigie siano pronte. Le prime dieci, almeno.
Adesso c’è da sistemare solo una mezza dozzina di ultime sporte.
E una dozzina intera di porte da chiudere, di finestre da controllare, e di ultime verifiche prima di ….
Ho incastrato le valigie nel baule, come solo il campione mondiale di tetris saprebbe fare.
Mi pare che posso partire. Devo solo fermarmi per le ultime commissioni.
Un po’ di grappa, un po’ di biscotti, un po’ di marmellata, un po’ di mele …..
Come sarebbe saggio comprare tutto nello stesso posto ….
E invece no.
Di uno mi piace una cosa, e di quell’altro me ne piace un’altra. E si va come saltellando di qua e di là.
Si andrebbe, anzi, se si potesse.
Ieri ho fatto un giro fino al Pordoi. Era una giornata spettacolare, seconda solo a quella di oggi. Salirei di nuovo, forse, ma oggi non si può. C’è il Sella Ronda Bike Day, e allora macchine ferme, e tutti in bici su per i passi. E tutti in senso orario. E tutti che spingono sui pedali …. A parte quelli delle bici elettriche, fintanto che la batteria tiene.
Ieri scendevo dal Pordoi, e pensavo che era un peccato che non si fosse sfruttato l’asfalto liscio e perfetto che era stato preparato per la tappa del Giro che poi è saltata. Ecco fatto. Le bici elettriche, i ciclisti quasi per caso, e anche quelli che se non si fa una fatica orba allora non è neanche bello, alla fine danno un senso a quella striscia perfettamente asfaltata. Facciamo che sia così.
E allora tutti che si organizzano per salire, e intanto …
Io mi fermerei di qua e di là per i miei ultimi acquisti, ma non c’è un parcheggio neanche a pagare oro.
Di solito quando riparto lascio la valle vuota, ma oggi no.
Macchine parcheggiate ovunque, che vomitano dal baule bici e ruote, e ciclisti e improvvisati, e gente che pedala, con la pancia che tocca la canna. Postura ordinaria, eh? È solo la prominenza della panza che non è nell’ordinario!
Alla fine sono irritata ancor più che per il bramito, e sono anche in ritardo. Parcheggio dove non si potrebbe, ma sfido chiunque a provare anche solo a rimproverarmi.
Mordo.
Fa caldo, e questo sulla bici è rosso e paonazzo, che sembra sul punto di esplodere. Lo guardo, e mi viene …. “hai voluto la bici? …..!”
Vabbè. È una partenza anomala:
due commissioni in negozi che chiudono oggi ma non fanno uno sconto manco a scherzare,
un caffè al bar, ma le brioches sono finite da almeno due ore,
gli alberghi vuoti, ma i parcheggi pienissimi,
e soprattutto, una colonna di macchine che sembra marciare contromano: è l’ultimo sabato, la stagione è finita, le macchine dovrebbero scendere e le persone tornare a casa. E invece salgono, tutte in fila come alla vigilia di ferragosto.
Sono io che scendo, ma ho la sensazione di avere sbagliato il verso …. Mi pare come che la macchina corra più veloce in salita anziché in discesa.
Perché in realtà sto scendendo, vero?
E non ho freni né meccanici né emotivi che tirino indietro, vero?
Sono pensieri che si rincorrono, tra salite veloci e discese lente, e bici, e cervi, e cofani ….
Sosta all’autogrill. Necessaria.
Sto scendendo dall’auto e un signore mi raggiunge di corsa: “ho perso mia moglie! credevo che fosse nell’altra macchina con mio figlio, e invece …. Ma mi dica, quanti chilometri più indietro c’è l’altro autogrill? E quanti chilometri più in giù c’è un’uscita? Perché devo scendere fino là, e poi rientrare e tornare indietro, e riprendere l’autostrada prima dell’autogrill, e poi tornare giù, e sperare che intanto mia moglie mi aspetti lì ….”
Ommarì …..
“è la volta che la macchina corre più in salita di quanto ha corso in discesa!”
…. Ecco. Una moglie dispersa mi sembra un buon motivo.
Altri non ne so.
Io scendo piano piano.