Incastri perfetti e macchina pienissima.
Se dovessi caricare ancora una borsina dovrei prima dimagrire di qualche chilo.
Oramai non fa più notizia: spostarmi dai monti a valle è un’impresa. È più impegnativo perfino del viaggio contrario.
Valigie, borse, sporte, scatole, zaini …. E anche robe sparse. Una scarpa qui, una bottiglia là, un astuccio da questa parte, l’ultimo libro lì sotto …. Il bagaglio destrutturato occupa in maniera più funzionale, il segreto sta nel tenere da qualche parte anche una borsa vuota, pronta a raccogliere allo scarico tutti i pezzi bradi.
Parto e vado. Un’ultima occhiata alle finestre chiuse, e poi un ultimo caffè al bar in centro.
Per qualche ragione questa volta chiudere le porte ha chiuso anche un pezzetto di cuore, chissà.
Andiamo, comunque.
Duecentocinquanta chilometri dopo, non ho ancora deciso se fermarmi a casa a scaricare le millemila valigie prima di andare da papà, o se invece …
Vado direttamente. Dubito tutte le volte, poi tutte le volte decido la stessa cosa.
A dire la verità poi tutte le volte penso anche che avrei fatto meglio a decidere diversamente.
Non fa niente. Vado lo stesso da mio papà: sono in ritardo di quasi una settimana, rispetto al solito. Vado.
Bella idea.
Sono contenta, e me lo dico mentre scarico una valigia, e poi un’altra, e una borsa, e …. In mezz’ora riempio una stanza intera dei miei bagagli. Sono contenta nonostante tutto.
I commenti si sprecano: eh, ma quanta roba! Dove la tenevi? E come l’hai fatta stare tutta nelle tua macchinina? E c’erano i saldi, in montagna? Io mi guardo intorno e realizzo che dovrò ricaricare tutto per spostare ogni cosa a Vicenza.
Sono un po’ meno contenta, ma ce la posso fare, mi dico.
Caldo.
I vestiti dei monti mi stanno quasi lessando. Devo mettere cose più leggere, che sono …
Qui! … no.
Nella scatola? … no.
E allora ….
Il bagaglio destrutturato ti porta al delirio, quando ti stai cuocendo e non sai quale contenitore aprire.
Dopo un tempo che è sembrato eterno, ho trovato una maglietta e una gonna. Mismatched è dire poco, ma ho deciso che non importa. Ho caldo.
Non importa neanche che la stanza sembri essere stata investita da un ciclone. La destrutturazione del bagaglio ha dato frutti di assoluto caos. Pazienza.
Notte.
Sono fortunata: io ho tre posti da chiamare casa, tre posti in cui dormire come a casa, tre cos…zzz zzz zzz
Mi sveglia un rumore lontano, ma neanche tanto. Apro gli occhi e non so dove sono, a ben vedere non so neanche da che parte scendere dal letto, e non so nemmeno … ma che rumore è? Un bi-bi-bip bi-bi-bip fastidioso e penetrante …. LA SVEGLIA!
La sveglia che in montagna suona nel pomeriggio, sta suonando a casa di papà alle tre di notte!
Perché suona? Perché non è rimasta in montagna? Perché non è spenta? E soprattutto … dov’è?
Sia il sonno che mi rende così lente le connessioni? O sia la la la la …….dove sarà sta sveglia?
Borsa, valigia, tasca, borsina
In dialetto si dice RUMARE, con un orecchio teso al bi-bi-bip bi-bi-bip bi-bi-bip bi-bi-bip bi-bi-bip bi-bi-bip
Mi viene un po’ da piangere.
Borsina, tasca, valigia, borsa ….
Eccola! Sul pavimento tra due scatole. Maledetta destrutturazione!
La mattina sento addosso l’affanno del “dov’è la sveglia, che se sono arrivata per disturbare quelli che dormono, mi prendo anche a sberle”, ma ce la posso fare.
Altra breve ricerca per gli occhiali, poi una ulteriore per il mio portapillole, e poi, da ultimo …
Se oggi devo portare un po’ di tutta sta roba a Vicenza,
dov’è la chiave della casa di Vicenza?
Mi viene di nuovo da piangere.
Sconforto.
Ci penso, e mi pare di vederle, le mie chiavi, lì sul tavolo della casa della montagna.
Le avrò lasciate lì?
E se non fossero lì, dove sarebbero?
Magari una qui e una là … in un portachiavi destrutturato?
Ho come un dejà vu, di quelle chiavi XD
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