La s-ciafoniera

Se lo ricorderanno Alcuni, di quando con tutta la verosimiglianza di cui sono capace sognavo di costruire uno smaterializzatore.

L’avevo sognato, in uno di quei sogni così veri da lasciarmi al risveglio stupita nel non vedere lì sul comodino quella meravigliosa invenzione.

Era come un sacchetto di velluto, di dimensioni piuttosto contenute. Ne avevo allargato la bocca, nel sogno, e guardandoci dentro avevo visto un morbido divano circolare, di foggia orientale e spicchi colorati. Riempiva il fondo del sacchetto.

Poi le persone ci entravano, e anche gli oggetti, e io li guardavo accoccolarsi sul divano beati, e poi piano piano tiravo il cordoncino che richiudeva la bocca del sacchetto. Sorrido ancora adesso, al pensiero: Si sentiva come uno schiocco, e io potevo riaprire il sacchetto, dal quale … PUFFF … usciva una nuvoletta ora azzurrognola, ora rosata, ora come di polvere dorata.

Smaterializzati. Quelli che erano entrati non ne sarebbero usciti più.

Era stato un sogno così reale che per un certo tempo, nei giorni successivi, ero andata in giro come convinta di averla davvero in tasca, la mia prodigiosa invenzione: “Hei! Stai attento! Sta mica farmi arrabbiare, eh? Non ci provare, sai, perché io TI SMATERIALIZZO!”

E mi era sembrato di poterci far entrare l’ottuso burocrate dello sportello delle informazioni all’Azienda Municipalizzata, e poi anche il genitore con il figlio “stillo di santo”, e il cane del vicino che abbaiava alle ore più inopportune, e le bariste cubane del bar fracassone sotto casa …

Lo smaterializzatore è stato il mio sogno ad occhi aperti per un certo periodo di tempo, ammettiamolo. L’avrei proprio voluto avere in tasca!

A volte ci ripenso, e ancora sorrido di malcelato compiacimento, ma quel periodo è passato, e adesso lo so bene che non posso avere un sacchetto di velluto che smaterializza le inopportunità. Sono cresciuta!

Adesso ho un nuovo sogno: vorrei una S-ciafoniera!

Me ne ha parlato un amico nei giorni scorsi, e forse me ne aveva accennato qualche tempo fa, ma probabilmente non ero ancora pronta a cogliere l’opportunità di questo meraviglioso ritrovato.

Una S-ciafoniera portatile.

Come sarà fatta?

Io credo che sia come una pala che ruota in senso orizzontale. Ha un perno che si tiene in mano come si impugna un ombrello, con il pollice si pigia un pulsante che avvia la pala e ne regola la velocità, e di conseguenza i braccetti che portano alla fine una specie di mano di gomma ruotano e schiaffeggiano a ripetizione il malcapitato.

S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf ….

…. Mi pare di avercela in mano! S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf!

Ci penso, e mi guardo il pugno chiuso intorno ad una impugnatura immaginaria, e con il pollice premo il pulsante che attiva la s-ciafoniera: mi sento quasi sollevata, e mi pare che se domani incontrassi quel tale, potrei dargli una dimostrazione del livello di spazientimento che ho raggiunto.

S-ciaf, S-ciaf, S-ciaf! a ripetizione!

S-ciaf! Se mi ritelefona il cliente che da qualche mese sta in cima alla lista degli indesiderati, stavolta lo accolgo. A s-ciafoni!

Mi pare che non avrò più motivo di provare a spiegare e a mediare.

Tàco la S-ciafoniera, e via!

… che soddisfazione, il solo pensiero!

4 pensieri su “La s-ciafoniera

  1. Questa potrei davvero costruirtela.
    Un pezzo di qualcosa che fa da manico, una palettina per le mosche, un motore elettrico a caso, un pulsante, una batteria.
    Che ci vuole? 🤣

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