L’albergo non chiude mai davvero.
In realtà mi segue ovunque io vada, con i suoi promemoria, le telefonate, le improvvise illuminazioni che mi fanno ricordare cose che avrei dovuto fare e invece ho dimenticato, e altre che ho lasciato con una soluzione precaria e provvisoria, e con la ripromessa di tornare presto a sistemare. Se mai ci riuscirò.
L’albergo non chiude mai davvero: quando io dormo, lui è aperto.
Ho sognato un’invasione di topi, e io che gridavo all’operatore della disinfestazione perché volevo che li cacciasse fuori senza ucciderli.
Non so se stessi gridando più per il fatto che l’operatore non facesse quello che gli chiedevo, o per il fatto che invece tentasse di farlo.
Ho sognato la macchina del caffè che a forza di gocciolare tracimava e allagava il bar e poi la hall, e un rivoletto scendeva dalle scale e giù fino in strada. Temo che questa sia una premonizione. Però non piango per non aggravare la situazione.
Ho sognato Babbo Natale che si lamentava perché il nuovo camino non era largo abbastanza, e io che gli dicevo che tanto, di regali non me ne aveva mai portati, e che usasse pure il corriere, se davvero voleva iniziare adesso.
E poi ho sognato che cercavo il mega portachiavi con tutte le chiavi del cucuzzaro, e lo cercavo e lo cercavo, e lo cercavo …. E quando mi sono svegliata ho realizzato che davvero non ricordo dove l’ho lasciato. Meglio non pensarci.
E poi …
Qualcuno entra nella hall in penombra, si siede di fronte a me e con tono affranto mi dice “Sono tanto stanco. Ho troppe cose da fare, troppa gente da vedere, troppe questioni da gestire. Non è che avresti una cameretta per me? Rimango qui senza disturbare, e mi riposo, e intanto magari bado che tutto sia a posto: niente topi, niente allagamenti, niente cose che non funzionano …. Posso?”
E io non sapevo cosa dire … mi dava colpetti sulla mano, come per incoraggiare la risposta, ma io ero perplessa: “Governatore, sono tanto stanca anche io, ma dobbiamo farci coraggio!”
…
E così, sapevatelo, è grazie a me, che la campagna elettorale si è svolta senza l’improvvisa scomparsa di uno dei protagonisti.