Più o meno.

Mi piacerebbe che fosse normale.

D’inverno nevica, e anche tanto, se stai a 1600 metri.

Ieri sono salita per controllare le caldaie. Il Vicino avrebbe liberato i piazzali nel pomeriggio, ma io mi sono dimenticata di informarlo che sarei arrivata presto.

Ho attraversato il piazzale a piedi, con la neve poco sotto il ginocchio.

Se l’avessi saputo mi sarei messa scarpe diverse.

Sono pochi metri, ma sono arrivata con le caviglie fradice e congelate, e con la neve nelle scarpe.

Fa niente. Tanto qui ho tutto quel che serve.

Mi sistemo rapida i piedi, e ….

Mi piacerebbe che fosse normale, stare in albergo in questo periodo.

D’inverno la gente in montagna ci va, e gli alberghi sono aperti, e c’è neve per sciare, ed è normale che se spali oggi, magari ti tocca di nuovo anche domani.

Un giro a controllare le caldaie.

Qualche foto a quegli alberi che mi piacciono tanto … carichi di neve sono ancora più belli.

Un giro a controllare i termosifoni.

È un giro lungo, se li controlli tutti!

Tutti a posto. Mi piacerebbe che fosse normale, ma questa è una storia diversa!

Fatto quel che si deve fare, rimangono da controllare i camini.

I vigili del fuoco hanno raccomandato che restino liberi dalla neve, per evitare che il monossido di carbonio resti imprigionato in casa. Qui da noi non so bene dove resterebbe imprigionato, nel caso, ma è un caso che preferisco non dover verificare.

Le scarpe adesso sono giuste, e quindi si esce per controllare i camini, da fuori.

Allooooooora ……

È meglio camminare nelle orme già fatte, o dato che adesso posso me ne vado in giro a caso?

La neve pesticciata non mi piace. Ricalco le impronte.

U—-no

Dddd—uuuue

Tre—eeeeeee

Ecco, da qui forse i camini si vedono. E… aspeeeettta che mi giro ….

Mannaggia ….. Io e la mia infinita e proverbiale confidenza con la neve …..

Spetta …..

Allora …. Un camino dovrebbe essere lì, e non si vede. E l’altro … devo fare qualche passo indietro ….. dovrei …. Mannaggia ….

No. Da qui non si vede niente.

Ma i camini non si vedono perché io sono nel posto sbagliato, o non si vedono perché la neve li ha coperti?

Devo spostarmi un po’ in là.

Oooo …. OP!

Lunga distesa sulla neve.

Non sono neanche stupita. Lo sapevo che mi sarebbe successo.

Sono caduta mentre cercavo di spostare un piede. Veramente una grande impresa …

Sto stesa. Nei film pare divertente agitare braccia e gambe per fare l’angelo.

Nei film probabilmente la neve è finta, e a nessuno si gela la nuca.

Alzarsi!

Ed — eccccco — a voi — il feroooooooce avvoltoio!

(ebbene sì, è il mio grido di battaglia, quello incoraggiante e fiducioso che scandisco tutte le mattine quando scendo dal letto!)

Ah, eccoli! Dalla posizione che ho guadagnato i camini si vedono benissimo. Non sono coperti.

Fantastico. Quindi siamo a posto.

Mi resta solo da … riguadagnare la terraferma, e la mia dignità ferita.

Mi muovo come quel tale sulla luna, e improvvisamente ho chiaro il significato della parola pantazzo. Il Veneto è una lingua meravigliosa.

Eccoci.

C’è una persona che dice che io penso sempre al peggio, e io mi ostino a dire che non è vero. Però adesso, mentre infilo la mano in tasca mi viene a flash il pensiero che le chiavi potrebbero essere scivolate fuori, durante i gesti dell’angelo o quelli ancor meno atletici dello spantazzamento.

Ma no, dai: tutto a posto.

Chiavi, scarpe asciutte, giacca di riserva, camini liberi, orme per tornare alla macchina, perfettamente in orario per rientrare a casa nel pomeriggio.

Tutto a posto. Tornerò tra una settimana e sarà ancora e di nuovo tutto a posto.

Mi piacerebbe che così fosse normale.

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