“come va, Anna?”
ora l’uno, ora l’altro, me lo hanno chiesto tutti i giorni.
Oggi sono rimasta chiusa nell’ascensore.
Un sibilo, uno scossone, un traballamento, e poi stop.
E io dentro, con le luci spente.
Uno di quei casi in cui come primo pensiero mi viene “se qualcuno mi sentisse, urlerei”.
Calma.
A tentoni trovo la pulsantiera.
Schiaccio, premo, spingo, e poi piano la porta si apre.
La cabina è ferma 30 centimetri sopra il livello del piano.
Non badiamoci.
Sia pur con una certa ineleganza, esco, e le porte si chiudono. Ascensore mortissimo.
Bisogna avere pazienza e contattare il tecnico. L’importante è esserne fuori.
Come va, Anna?
Oggi mi sono alzata alla super alba, perché avevo la sensazione che il temporale della notte avesse spento la caldaia.
Buio o poco più.
Freddo o poco meno.
Arrivo alla porta della centrale termica, verifico dalle feritoie che la caldaia è effettivamente spenta, ma la chiave nella toppa non gira.
Cioè … sono quasi le sei, sono in piedi davanti alla porta della caldaia spenta, so come si riaccende e so che lo devo fare, ma non posso entrare perché la chiave non gira?
Provvidenza: il mio collega Pakistano è sui gradini esterni, al telefono con la moglie. Questione di fuso orario.
Mi vede armeggiare, si avvicina, dà una manata al portoncino e…. voilà. Aperto.
Riaccendo la caldaia, risistemo la pressione e le temperature, esco.
Il collega mi fa cenno che chiude lui.
Devo ricordargli di spruzzare un mezzo chilo di svitol!
Come va, Anna?
Oggi non funziona il wifi.
Portare pazienza e chiamare il tecnico.
Come va, Anna?
Oggi un lavandino perde acqua “come se piovesse” (guarda caso)
Portare pazienza e chiamare l’idraulico.
Come va, Anna?
Oggi la macchina per il sottovuoto anziché aspirare l’aria soffia fuori una specie di olio biancastro. Disgusting!
Portare pazienza e chiamare l’assistenza.
Come va, Anna?
Oggi non funziona l’altra colonna degli ascensori.
Meno male che è solo una questione di alimentazione e uno dei nonsoquanti quadri elettrici fornirà sicuramente la soluzione.
Portare pazienza e arrangiarsi.
Come va, Anna?
Oggi si è rotta una vetrata. Anzi: oggi mi sono accorta che una delle vetrate è stata rotta da un colpo ben assestato. Da quando sarà rotta? Come sarà successo?
E adesso che si fa?
Portare pazienza e chiamare Martin (Tecnico con la Maiuscola).
Come va, Anna?
Oggi la macchina per l’espresso dice che ha un guasto alla caldaia.
Non l’ho mai saputo, come si sistema, anche se mi pare di ricordare che sia una cosa facile.
Va bene: Portare pazienza e chiamare il manutentore.
Come va, Anna?
Oggi è una giornata speciale.
Mi sono svegliata presto perché in ufficio ho una importante faccenda da risolvere.
Devo scendere un po’ in anticipo, così mi tolgo il pensiero, e sbroglio la questione in tempi decorosi.
Davvero?
Ci credi?
E ci credi che non si apre la porta della mia camera?
La chiave gira come a vuoto, e poi si blocca.
Né avanti né indietro. Ferma.
Non è possibile.
Appoggio per terra tutti i miei orpelli, provo, riprovo …. Niente.
Ho da fare in ufficio. Devo scendere.
Apro la finestra e … allora … se io scavalco la griglia di protezione, e poi mi calo …. Accidenti … la vetrata che dà sulla terrazza non si apre, e quella che si apre … è al secondo piano. Tre metri sopra alla tettoia …. Beh …. Se mi aggrappo qui, e arrivo con un piede fino a lì, e poi mi appendo di là ….
Potrà essere considerato un infortunio sul lavoro?
O è solo idiozia?
Mi siedo.
Sarà così urgente scendere in ufficio?
E se invece sto qui e dormo ancora un pochino?
Mi stendo un po’, dai.
Che bello …. potrei dormire fin che arrivano i pompieri.
chi mi potrebbe dire qualcosa?
Sto qui, dai: non tutte le rotture vengono per rompere!
… non dura: il senso del dovere mi suggerisce che c’è una seconda uscita della quale da qualche parte dovrei anche avere una chiave.
Chi l’avrà vinta?
La rottura che ostacola il senso del dovere
O il senso del dovere che scavalca la rottura?
😶
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