E insomma, sono tornata in montagna.
Stagione strana.
Dicono che non c’è nessuno e a me pare di vedere un sacco di gente.
Alcuni colleghi dicono che hanno il pienone, ma a guardare l’albergo non sembra ancora aperto.
E tutti attenti al virus, ma di mascherine neanche l’ombra, oppure il virus non c’è ma per sicurezza ci si barda come Armstrong sulla luna.
Stagione strana.
Così strana che le richieste del tipo “una camera tripla per una famiglia di 5 persone” oppure “veniamo io e il mio bambino di 23 anni” … sembra tutto normale.
Orzo macchiato solo schiuma in tazza grande ma di vetro con una bustina di zucchero mezza sul fondo e mezza sopra alla schiuma.
Normale.
Lo so che non accettate animali, ma io lo porto e lo lascio sempre in camera: non lo vede nessuno e siamo a posto.
Normale.
Sono allergico ai latticini tranne il parmigiano, la ricotta, il burro, la mozzarella, i formaggi a pasta molle e il latte fresco.
Normale.
Come sarebbe che non fate il servizio sveglia? Io ho prenotato una ferrata che parte alle sei, e se non mi sveglio in tempo la perdo. Allora, ho capito che non telefonate in camera per la sveglia, ma a me va bene anche se venite a bussare alla porta.
Normale.
Insomma, in tutta questa normalità, eccolo.
Un uccellino grande poco più di un passerotto.
Magrolino, di un colore grigio-verde bello uniforme, le ali a falce.
Vola come portato dalla corrente, senza sbattere le ali, e fa ampi giri rotondi e via via più stretti. Poi di colpo scende in picchiata puntando dritto al mio occhio, e quando mancano solo due centimetri all’impatto, emette un verso gracchiante che pare di scherno, poi tira improvvisamente la cloche e vola in alto in alto, e ricomincia a girare.
E io resto lì, a pensare che è un miracolo che io abbia ancora entrambi gli occhi al loro posto.
Mi è capitato parecchie volte, e tutte le volte mi sono davvero spaventata.
Questa fase della mia vita pullula di forti e irrazionali emozioni, ma questo spavento ha tutti i suoi perché.
Racconto dell’uccello cavaocchi agli amici di qua.
“Ma non esiste un uccello di quel colore lì”
“ma non ho mai sentito di un uccellino che finge di aggredire la gente”
“ma sarà stato che difendeva il suo nido!”
Oh, ma insomma! C’è. Ve lo assicuro. E il nido di certo non l’avevo in tasca.
Cerchiamo in internet.
Digitiamo: “uccello verdastro che plana per aggredire gli uomini”.
Risposta di google: Condor Andino.
Ecco. Questo no, che non è normale!
Vista in questi termini, nessuno può definirsi normale.
Ricorda che i matti dicevano, saggiamente, che “manicomio è scritto all’esterno dell’edificio”.
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