Ghe pensi mi

Eh, insomma, questa storia che tanti negozi sono chiusi, fa sì che di certe cose si debba fare a meno.

Non si compra il pane fresco tutti i giorni.

Non si corre dalla parrucchiera appena si vede qualche millimetro di ricrescita.

Non si chiama l’estetista perché le unghie sono mangiucchiate e i piedi somigliano a una raspa da falegname.

Non si va in lavanderia per far lavare la camicia di seta indossata due volte (e manco ti ricordi dove andavi!).

Non si chiama per farsi portare una pizza solo perché non si ha voglia di preparare la cena.

Non si fa. Non si fa.

Eh, che “non si fa” l’ho capito, ma allora … come si fa?

Per un paio di settimane ho solo pensato a come si sarebbe dovuto fare.

Ho pensato al pane fresco mentre intanto mangiavo tutto il similpane che avessi nella dispensa.

Poi ho pensato alla Mia Parrucchiera mentre guardavo sbiadire progressivamente il colore dei miei capelli, e intanto allargarsi e allargarsi il segno della ricrescita. Non grigio, eh? Un po’ come l’argento, la luna, le perle …..

E le unghie oramai cortissime mi fanno pensare a quel bel salone in cui la Mia Estetista mi fa stare così comoda, così rilassata, così …. Meglio.

Vorrei anche una pizza, ma questa non è una novità: io vorrei sempre, una pizza!

Va bene.

Pensarci due settimane è sufficiente. Poi anche Quinto Fabio Massimo avrebbe agito.

Ho lavato la camicia di seta.

Avevo una camicia di seta, di un bel colore rosa perlato non troppo sbiadito.

Avevo una camicia che ho usato pochissimo, perché era adatta alla stagione che sta arrivando. Avrei potuto metterla per Pasqua, e avrei avuto un aspetto fresco e primaverile.

Avrei potuto, se la lavanderia fosse stata aperta.

Invece adesso, di un bel colore rosa perlato e non troppo sbiadito, ho un fantastico straccio per pulire i vetri. Pulirò i vetri con un meraviglioso straccio di seta. Posso farlo per Pasqua (che per le pulizie è il momento giusto), e i vetri avranno un aspetto fresco e primaverile.

A Pasqua mi vesto di blu: jeans e maglietta. Va bene così.

Vabbè, non pensiamoci.

In internet ci sono tutorial per qualunque cosa, vuoi che io non ne trovi uno per fare il pane?

Caspita … sono capaci tutti!

“Questa è una ricetta a prova di fallimento!”

“Non andrete mai più a comprare il pane!”

“Non dovete neanche imparare: scoprirete che lo sapete già fare!”

… e poi ci sono le foto di quelli che hanno provato: un’enorme pagnotta dorata ecco il mio primo esperimento”

e tante pagnottelle rotonde “ai miei bambini piace al latte”

e trecce, e filoni, e ….. “io l’ho fatto anche con l’uvetta” e “chissà se vi piacerebbe questo con la curcuma”….

Caspita …. Lo sanno fare tutti …. Che ci vuole?

…. Ci vuole che questa non è la mia giornata, oppure Internet è un ricettacolo di stupide bugie.

Questo non è un pane. È una specie di biscotto grande e senza zucchero. E la parte sotto è bruciata, e …. Meno male che ne ho fatto uno soltanto. Il problema è che non conosco il forno: consoliamoci così, adottiamo questo alibi.

Il persistente odore di bruciato, a proposito, non dipende da quella roba immangiabile che è finita nel sacchetto dell’umido. Il persistente odore di bruciato è l’odore del canovaccio. Forse potrei usare anche quello per i vetri …. Tanto un grosso buco bruciato non dovrebbe inficiare l’efficacia di ottimo e robusto cotone.

L’autostima comincia a traballare.

Mi siedo e penso a quel salone rilassante …. Chissà se riesco a riprodurne almeno l’effetto …

Piedi in ammollo, e dopo una mezz’ora di pietra pomice e olio di gomito ….. non è cambiato niente. Non è la stessa cosa. Ci metto un chilo di crema, e mi faccio pure un bel massaggio …. Ma non è la stessa cosa …. E in più mi resta anche tutto da sistemare …. E non sono così rilassata ….

Basta. Devo lasciare correre. Lasciamo che le cose restino come sono.

Niente pane, niente camicia, niente piedi sistemati, e ….

Va bene: avevo un campioncino di una maschera per capelli “leggermente colorante”. Cosa sarà mai, un leggero colore al posto di questa desolazione imperante?

Esito: ho i capelli a righe.

Sono in parte sbiaditi esattamente come prima, e in parte invece sono … che colore è? … una specie di rosa neanche tanto sbiadito … anzi …. Magenta, direi.

Ho i capelli a strisce magenta, a parte il nastro di ricrescita, esattamente come era prima. Vabbè … per fortuna non ho ceduto al tutorial su come ci si taglia la frangia.

Ho i capelli a strisce magenta, e la camicia ci sarebbe stata proprio bene, se non fosse diventata uno strofinaccio per i vetri ….

A proposito … è magenta anche l’asciugamano. Forse ho un ulteriore straccio per i vetri ….

morale della favola ….

Alla Mia Parrucchiera, alla Mia Estetista, alla Signora della lavanderia, al mio Fornaio di fiducia …. Io vi aspetto: mi mancate tanto.

E vi penserò tanto tanto, mentre pulirò i vetri con i miei mille stracci nuovi.

e intanto stasera … Pizza!

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2 pensieri su “Ghe pensi mi

  1. Solo tu sai rendere cose molto antipatiche con l’immancabile ironia che sorridere e anche ridere . Ti prego mandami una foto dei capelli a righe magenta ,nemmeno Rosy è mai arrivata a tanto !

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  2. Mancano un sacco di piccole cose.
    Quelle ovvie, quelle scontate.
    Quelle che oggi non sono più ovvie, né scontate.

    Forse non cambierà il modo di lavorare, di correre a destra e a manca, di impazzire, quando tutto questo sarà finito, ma di certo avremo occhi nuovi con cui guardare.

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