Comincio a capirli, gli orsi in letargo.
Comincio a capire tutti quelli che stanno in letargo.
Seguono i loro tempi, e fanno bene!
Dormire in albergo quando ci si lavora è una faccenda davvero impegnativa.
Combattuti tra quel che può servire all’albergo e quel che necessita a te, nella migliore delle ipotesi dormi con un occhio soltanto.
Il telefono acceso sul comodino a tenere sveglio l’altro occhio,
il senso del dovere a tenere sveglio il cervello.
Di mattina ti alzi, e hai già in testa il planning dettagliato della giornata. Forse hai anche un foglio di appunti che durante la notte, a spizzichi e bocconi, hai riempito sul comodino.
L’efficienza prima di tutto.
Fin che hai ospiti e personale da gestire in albergo è così.
Poi la stagione finisce, gli impegni si fanno diversi, e si fa diverso anche il sonno. Piano piano piano, e forse.
Prima si mantengono i ritmi delle abitudini, e poi, progressivamente si rallenta.
Niente telefoni sul comodino,
niente sveglia impostata,
niente planning che scandiscono orari.
Un po’ per volta il ritmo cambia, fino a quando … si mangia quando si ha fame, si dorme quando si ha sonno, si dorme fino a quando si ha sonno, si dorme dove ci si trova quando arriva il sonno.
Ed ecco il momento di tutte le cose che di settimana in settimana hai rimandato al fuori stagione: Vita sociale, Attività culturali, Cose da fare, …. Amici …
E se ti ci addormenti nel mezzo?
Forse non è come Spento o Acceso. Forse c’è una via di mezzo .
Forse stai ancora rallentando ….
Forse ancora non hai recuperato del tutto.
E insomma, per farla breve, il fuori stagione è un po’ per volta il momento del no rules,
dormire compreso.
Allora va così: si aspetta che l’abitudine lasci il posto al ben vivere: dormire, vivere, occuparsi, frequentare, scegliere …
…. Vabbè, nel fuori stagione si dorme, ma come, quando, e soprattutto quanto?
… lo scopriremo solo vivendo ….
(scommetto che hai di nuovo canticchiato!)