a fine stagione il senso è il Nonsense

È tutto a posto.

… se lo dice lei …

 

Devo ancora decidere se è più complicato aprire l’albergo a inizio stagione o se è più complicato chiudere.

La cosa difficile è sempre di far coincidere le date e gli impegni di tutti.

Prendiamo questa chiusura, per esempio:

Prima le cose di lavoro: tutti devono finire le loro nei tempi più brevi possibili, e quindi … guai a chi sporca dove abbiamo appena pulito, guai a chi lascia fuori posto cose già sistemate, e guai, soprattutto, a chi usa la lavatrice per scopi propri prima che siano finiti i millemila lavaggi del fine stagione (che tra piumini, coprimaterassi, coperte, tovaglie, robe e faccende, ci vorrebbe una batteria di lavatrici a pieno carico h 24.)

Lasciate perdere le lavatrici, e fate il resto, intanto: bisogna che ciascuno si organizzi con acquisti, carichi, pulizie, saluti, relax …..

E c’è anche da sistemare l’ordinario: svuotare i bidoni (pozzo di san Patrizio al contrario: c’è sempre ancora un sacchetto da metter dentro), cominciare a spegnere il riscaldamento (e quindi verificare che ci sia gasolio per il fuori stagione, e che il programma di gestione del riscaldamento funzioni a dovere), poi ci sono gli adempimenti amministrativi e contabili: una gita in banca, una dal commercialista, un’imprecazione contro le fatture elettroniche, un’altra contro i documenti che quando erano di carta c’erano e adesso sono spariti anche dalla virtual zone.

E poi, da ultimo, e comunque ancora prima delle ultime lavatrici, c’è lo straordinario.

Perché ci si ostina a chiamarlo straordinario, se è quello che capita sempre?

Il gasolio non basta: chiamare per il rifornimento.

Il comando remoto del riscaldamento non funziona: chiamare il tecnico per una connessione che si spera risolutiva.

La sonda della caldaia non è ancora stata cambiata: ri-ri-ri-ri-richiamare l’idraulico, e intanto commissionare un cero a Monteberico.

I tubi che in autunno si ghiacciano hanno bisogno di un sopralluogo con tanto di telecamera da immersione: prenotato a novembre, ancora non si riesce a capire quando si potrà fare.

E poi?

Il controllo delle esche per gli animali infestanti, il controllo periodico degli estintori, gli incontri con potenziali nuovi fornitori ….

E la visita di “quelli di Praga”.

A incastrare tutto senza nessuna perdita di tempo, forse mi avanza anche di preparare una delle mie valigie. Al momento le mie stanze sembrano reduci da un’approfondita ispezione di quelli che alla televisione cercano i microfilm che potrebbero essere nascosti anche nella fuga delle mattonelle. Non lo trovano mai, e lasciano tutto sottosopra, come su da me.

NON HO MICROFILM NASCOSTI, COME VE LO DEVO DIRE?

Eh, insomma …. Come si fa a non perdere la pazienza?

Anna, la lavatrice nuova anziché centrifugare, rigurgita.

Cosa fa?

Va bene. Respiriamo.

Le lavatrici in questa stagione non hanno fatto parte dei miei racconti solo per scaramanzia.

Ma oggi … oggi sono alle prese con incastri impossibili di tecnici che non arrivano, e gente che invece arriva ma non dovrebbe (Scusi, avete una camera? …. CHIUSO. Cos’è che non si capisce?)

C’è anche uno che telefona per farci ospitare un gruppo di giapponesi da metà maggio ….. eeeeeh?

Che fatica ….meno male che c’è il rigurgito delle lavatrici, a distrarmi dall’elaborare fantasiosi omicidi …

La lavatrice rigurgita. Quale sarà?

Le lavatrici sono tre:

Sono tre come le caravelle: una è più imponente (deve essere quella che porta a bordo il Comandante della spedizione), una è la Pinta, che quando centrifuga gira per la lavanderia come se fosse ubriaca, e l’altra … Santa Maria, funziona solo a forza di preghiere.

O forse sono tre come i porcellini: una grande e grossa e ciò le pare sufficiente, una timida (e infatti non parte se non le fai coraggio), una è creativa: parte, non parte, programma un ciclo di 45 minuti e poi gira per tre ore, scalda l’acqua, o forse no ….

I tre re magi? Preferirei non pensarci: uno portava una cosa che fa fumo, uno aveva uno scrigno che valeva un mucchio di soldi, e uno portava un potente analgesico. Cioè … una lavatrice in fumo, una che per ripararla bisogna fare un mutuo, e poi una che per il mal di testa che ti viene devi prendere un analgesico.

Ecco, le nostre lavatrici devono essere queste: Gaspare, Melchiorre, Baldassarre. Rassegnamoci.

Arriva il tecnico, personaggio strano. Guarda un po’ qui e un po’ là. Poi stacca il tubo dello scarico e lo stende sul pavimento. Esce acqua come a fiotti intermittenti.

Riaggancia il tubo. Riprova il programma di centrifuga e risciacquo …. Tutto a posto.

Aveva una bolla d’aria nel tubo. Sistemata.

E se ne va senza battere ciglio.

È tutto a posto.

… se lo dice lei …

 

No, queste lavatrici sono le tre Grazie. Non così belle, non così eleganti, non così nobili, ma quando finiscono il loro ciclo di lavaggio ti verrebbe sì da inginocchiarti e ringraziare: Grazie! Grazie! Grazie!

 

E adesso, riconciliata con i cicli di lavaggio e anche con il resto del mondo, metto in fila gli interventi che mi mancano e ….

E intanto programmo di tornare comunque a casa a breve. Mi ci vuole.

Io vado, e dove non arrivo farà la Provvidenza, giusto?

Grazie! Grazie! Grazie!

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