Se ne sono appena andati.
Un Buffon e un Lacché, del gruppo dei Marascons di Penia.
Se ne sono andati con le loro grida, i loro lazzi, le loro battute in ladino che non nascondono niente di complimentoso.
Ero salita, e credevo che fosse la volta buona, e invece li ho sentiti strillare, e so che Valentina un po’ si spaventa, e allora sono scesa.
Mi pare a dire il vero che anche lei ci si stia abituando, e così forse alle prossime grida non scenderò.
Prima ero scesa perché qualcuno poteva avere voglia di un aperitivo al bar.
Una corsa fin sotto, per scoprire che … erano appena ripartiti: pullman un po’ in anticipo, e via!
Va beh … sono qui mi dicevo, vediamo se serve qualcosa …
“Anna, è passato un signore a chiedere indicazioni per arrivare al suo hotel, e si è dimenticato qui il telefono!”
Fantastico.
E adesso?
Cerchiamo il numero dell’hotel, ma in realtà quello è un appartamento, e dobbiamo cercare l’agenzia.
In dialetto si chiamerebbe “el giro dele sète ceséte”:
prima si chiama l’Azienda di Promozione Turistica, che ci dà il numero dell’Agenzia, che ci dà il numero del titolare che è appena uscito, che al telefono ci dice che ha capito di chi si tratta, e adesso lo chiama per dirglielo.
Lo fermo appena in tempo: se lo chiama per dirgli che io ho il suo telefono, secondo te chi gli risponde?
Grasse risate.
Stabiliamo che viene a prenderselo e glielo porta, e due minuti dopo il telefono squilla e io rispondo a un certo Lars che mi dice in un miscuglio di lingue che è il fratello del proprietario del telefono e che adesso lo chiama per dirgli di venirselo a prendere.
AAAAALT! ribadiamo: Se tu lo chiami per dirgli che io ho il telefono, secondo te chi risponde?
Dai, pare che ci siamo capiti.
Scendo un momento in cucina e quando risalgo arriva il titolare dell’agenzia, che prende il telefono per portarlo al fratello di Lars.
Lui esce, e trenta secondi dopo arriva il fratello di Lars in persona!
Ridiamo?
Ma anche no. Torna di corsa indietro, altrimenti chissà dove arriva il suo telefono.
Fffffffffff
Risalgo.
Su e giù per le scale, perfino il mio smartwatch mi dice che in questo momento ho fatto anche i 6000 passi che erano in programma per domani, e anche le rampe di scale che soddisfano il fabbisogno di una settimana.
Stamattina ero anche scesa fino in officina, perfino.
C’era un tale con la sua nuovissima tuta da sci, che con il linguaggio universale dei gesti mi spiega che deve togliere l’antitaccheggio, perché altrimenti con lo skipass chissà cosa succede.
Eh … come si toglie una placca antitaccheggio?
Prova e riprova.
Lui dice che non vuole strappare la sua tuta nuova, io dico che poteva farsi togliere la placca quando l’ha comprata, poi lui dice che ci vuole una tenaglia, poi io dico che il trancino che usiamo per i lucchetti è troppo grosso, poi lui dice che vuole provare con un cacciavite, e poi andiamo in officina. otto rampe di scale (esageriamo, ma al momento mi pare così!)
Io e il Ceco, a rompere l’antitaccheggio in officina.
Ma come fanno quelli che rubano un sacco di cose in un batter d’occhio?
Aspetta. Tira questo. No, si rompe la cerniera. Allora tieni di qua, no, mettilo nella morsa.
Seghetto da ferro. Prova. Secondo me così ti tagli anche le unghie. Tienilo tu. Chi io? Io mi sono bucata un dito con le forbici, chissà cosa potrei fare con un seghetto.
E insomma, tira e ritira, ad un certo punto …. CLACK! Si è aperto. A posto. Può andare a sciare. Lui ride e scappa via, io rido un po’ di meno e vado a sedermi.
Era l’ultimo di una lunga fila, questo.
C’è stato quello che diceva che era venuto al posto di sua sorella, e voleva fare il check in coi documenti della sorella.
Eh? Ma tu, come ti chiami?
Hans.
E i documenti sono di Pavlina.
Sì, perché è lei che ha prenotato.
Ho capito, ma lei dov’è?
A Praga.
…. Senza documenti, aggiungerei.
Vabbè, non è peggio di quello che mi ha chiesto di prendergli gli sci che ha dimenticato qui lo scorso anno.
Cosa? Non mi risulta!
Insiste! Che erano nuovi, che li rivuole perché gli servono, che deve sciare con quelli ….
Per fortuna (forse) la figlia gli dice che lo scorso anno erano alloggiati ad Alleghe …..
E io non posso andare a prendergli gli sci ad Alleghe?
…. Ma anche no! e senza forse!
Che gruppo! Simpatici, eh? Alcuni fanno cadere le ginocchia …. ma meno male che hanno una fantastica guida!
È entrata per prima, stamattina che era ancora buio, tutta sportiva e intraprendente, sorridente e atletica.
Sessantenne che non parla una parola se non di Ceco.
Meno male che è tecnologica quel che basta: traduttore alla mano, in mezzora (trenta minuti) ci siamo spiegate.
Di solito ne bastano cinque, di minuti, ma in fondo questo è un dettaglio.
Ci spieghiamo, lei riferisce, e mandiamo tutti nelle camere (già pronte alle sette e mezza del mattino per un miracolo congiunto della Provvidenza e delle mie meravigliose colleghe), poi fanno colazione e si preparano ad uscire mentre lei, la super guida, va a comprare gli skipass per tutti.
Che storia!
E io mi siedo un attimo, e mi chiedo … ma … come mai la collega non è ancora arrivata? Di solito arriva prima delle otto, e io sono qui già da due ore!
Ah, già …. Sveglia prima delle sei, per la sensazione che fosse meglio così. Mai sensazione più opportuna!
Alle sei e cinque ero in ufficio, e alle sei e un quarto è arrivato il primo pullman.
Oggi se ne aspettavano due.
Uno con sole due persone, e uno con quarantotto.
6: 15, due persone.
6: 35, la guida monoglotta
7: 30, tutti a colazione
7: 50, liberata la giacca nuova dalla placca antitaccheggio.
7: 55, arriva la collega: Anna, ce la fai?
…. E ancora non sapevo come sarebbe andata a finire!