Attimi di leggerezza

C’è tanta neve.

Neve a mucchi, e strade interrotte.

Ci sono pullman bloccati, e gente che non riesce a uscire di casa.

C’è neve come non se ne vedeva da un po’ e continua a nevicare.

Neve su neve su neve, ma oltre confine. Non qui. Qui non c’è neve, e non ci sono neanche turisti. Tutto piuttosto desolante.

Ho dirottato i due (2) ospiti ad una collega qui vicino,

e poi ho organizzato una rapida fuga a casa.

Vorrei andare alle terme, ma ho lasciato il necessario a casa.

Vorrei anche riprendere un certo tipo di calligrafia, ma non ho con me le penne giuste.

E dato che ci sono, potrei anche passare a salutare qualche amico.

E potrei portare a casa qualche cosa che qui non mi serve: se la porto giù prima, poi il viaggio di ritorno lo farò senza avere carichi eccessivi.

E poi quando è venuta a trovarmi quell’amica con la sua famiglia si sono dimenticati qui alcune cose: gliele potrei riportare.

Che bello, avere un paio di giorni “vuoti”, e poter organizzare tutte queste cosette … che bello!

 

Avrei potuto dormire più a lungo, ma apro gli occhi alle sei e quarantacinque: orario consolidato.

Me ne accorgo subito: silenzio, luce diffusa, sferragliare lontano. Ha nevicato.

Mapporc….. nemmeno un fiocco per tutta la stagione e adesso che vorrei partire …..

Guardo dalla finestra: non sembra moltissima, ma lo stesso …. NOOOOOOO! È passata la pala sulla strada e ha lasciato un grosso mucchio di neve proprio davanti al garage: non uscirò mai! Devo andare fuori con la pala e …. E non era quello che speravo!

Ok. Piangere non serve. Dal letto all’ufficio in dieci minuti, doccia e colazione comprese.

Devo sbrigare due cose, e poi vado! prima a spalare, e poi a casa!

Prenotazioni, conferme, disdette, caparre, offerte, ordini, … altro sferragliare … quasi non oso sperare, e invece … eccolo! Il vicino con la sua pala meccanica in due e due quattro (o in quattro e quattr’otto) sistema tutto, che potrei uscire dal garage a occhi chiusi.

Che tempismo, e che bel pensiero, e che grazia!

Gli sorrido, alzo il pollice, prendiamo un caffè, e via.

Posso partire.

Due indicazioni per il “mentre non ci sono”, e vado.

 

Se faccio presto riesco a pranzare a Vicenza, e poi vado da papà.

Guido canticchiando. Mi ci voleva.

Guardo la neve, e scopro che è caduta solo fin poco sotto Canazei. Poi i prati riappaiono progressivamente: prima a ciuffi di erba secca e sbiadita, poi a radure ampie di sterpaglie incendiate dal gelo, e poi non ce n’è più nemmeno traccia, se non nei mucchi di neve artificiale sparata nelle zone in ombra per allestire le piste da fondo.

L’idillio è svanito, e con l’idillio anche la mia momentanea assenza mentale.

… Ma dove sto andando?

Ho lasciato in albergo le chiavi di casa. Quelle di Vicenza e anche quelle di papà.

E ho lasciato anche la borsina da restituire all’amica che l’aveva dimenticata!

… sono proprio tonta!

E adesso?

A Vicenza non posso entrare in casa, e da papà devo aspettare che passi l’ora della pennichella.

 

Vicenza.

Vedo un’amica, prendo un caffè, penso a come organizzarmi …

Va bene: delle cose che sono in casa farò a meno. Mi arrangio. In qualche modo si fa.

Risalgo in macchina con la sensazione che non sono più la stessa, ma lei non lo sa: è difficile reggere al ruolo di Risolutrice, quando le soluzioni non ci sono. E poi lei è molto più brava di me. Non sa neanche questo, ma lo è sempre stata.

Ripasserò a salutarla anche la prossima volta, comunque. Non importa se non sono più all’altezza delle aspettative: adesso provo a fare un altro lavoro e sicuramente le nuove sfide cambiano anche le proprie modalità di relazione.

Ripasserò a salutarla, e lei capirà di sicuro.

 

Altri Amici mi offrono il thé mentre aspetto di tornare da papà.

Chiacchiere, considerazioni leggere, ciàcole. Oggi non saprei fare di meglio.

 

Papà mi apre la porta: “stavolta hai solo questa valigina piccola?”

Se avessi fatto anche io questa acuta osservazione, me ne sarei accorta subito, che mi mancano un sacco di cose!

Lui sta bene, e mi ragguaglia sulle cose che sta facendo, e leggendo, e organizzando, e pensando. Ottimo.

Mi dice che va a cena da mia sorella, e allora mi ci invito anche io. Poi travasiamo il vino, e intanto scopro che domattina ha un impegno fuori. Acc …. Vedi che a volte le sorprese non funzionano?

Fa niente. Domattina partirò quando uscirà anche lui.

Una bella cena,

un sonno ristoratore,

quattro chiacchiere con un nipote illuminante,

un abbraccio a papà, e via.

 

Una sosta lì, una sosta là, poi il rifornimento (che siccome non è artico, allora si fa solo quel che serve per arrivare fino a un altro rifornimento, questa volta artico e resistente), e intanto tanti pensieri.

Domani andrò alla posta, e quelle cose gliele spedisco.

Poi quello che non ho preso in casa a Vicenza, magari ne trovo uno cheap su Amazon.

E devo sentire quell’Amico che compie gli anni. Ho saputo che è stato anche promosso: le notizie arrivano anche da lontano!

E poi vorrei scrivere … e anche magari fare un po’ di rasserenante uncinetto ….

… il meteo mette neve tutta la settimana prossima.

Non è sano sperare che per tutta la settimana non venga nessuno,

ma cercarsi uno spazietto di tregua di tanto in tanto, quello sì che è sano.

 

Sentire gli Amici, scrivere, leggere, dormire, passeggiare, contare i fiocchi di neve ….

“Quanta ce n’è? Mezzo metro?”

sì! Se la misuri in orizzontale anche molta di più!

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