quando il GPS …

Ho amici che abitano in fondo a una stradina di campagna. Una bella stradina sterrata che porta solo a casa loro.

Una volta (ma davvero una volta), la stradina in questione proseguiva oltre la loro proprietà e inoltrandosi nei campi, e superando fossati e coltivazioni, portava a Montagnana.

Io me le immagino le donne di un tempo, che passavano di là col cesto delle uova da andare a vendere al mercato. Quello che non immaginavo è che il navigatore di qualche furbone presentasse questa stradina come ancora praticabile per arrivare a Montagnana in macchina. Una alternativa bucolica alla banale strada comunale con tanto di asfalto e striscia di mezzeria.

E gli italiani (minuscolo), se il navigatore dice di andar, vanno. E infilano la loro BMW muso e ruote in un fossato di irrigazione, e a qualcuno che cerca di non ridere tocca di andarli a cavare dagli impicci con trattore ed argano.

Non capita mica solo in campagna, eh?

Di quando è la notizia di quelli che seguendo il navigatore si sono infilati nella scalinata di Trinità dei Monti? E di quelli che sono cascati nel Canal Grande credendo di arrivare in macchina in Piazza San Marco?

Il navigatore una volta non ce lo avevamo, e non capitava niente, se non magari di dover abbassare il finestrino e chiedere a qualcuno (salvo poi, essendo già in zona, chiedere di arrivare alla Gondrand – ditta di trasporti- e sentirsi dire che “Signorina … par n’are a Londra l’è longa: la vàga par la utostrada!”)

Il navigatore una volta non sostituiva il buon senso!

Senza navigatore non ci si sentiva persi anche nel cortile di casa.

Ndr: l’avete letto “Piloti esperti”, articolo del 13 febbraio 2018?

Ben, cosa rimane da dire, per rivalutare, se fosse necessario, quelli che il navigatore non lo usano?

In questi giorni non fa freddo. Di giorno si scioglie un pochino la neve che è rimasta da quell’unica sparuta nevicatina di inizio stagione. Si scioglie, cola, e poi si ricompatta in ampie lastre lucide e spesse. La sera si paciuga un po’ ovunque, e la mattina si rischia l’osso del collo a ogni passo.

Bisogna rimediare.

Abbiamo un po’ di brecciolino da spargere, e qualche sacco di sale da disgelo, ma niente di tutto ciò è commisurato alle dimensioni del pack che ci circonda. Tre piazzali interi di minacce all’incolumità dei pedoni.

Bisogna porre rimedio.

Ho chiamato i pompieri, che dicono che siccome non si tratta di suolo pubblico …. Arrangiarsi.

Grande.

Volevo chiamare l’Ufficio tecnico del Comune, che mi indicasse chi dispone di attrezzature idonee alla messa in sicurezza della zona, ma prima che chiamassi scopro fortuitamente che uno degli amici di qui si occupa del servizio di spargisale per conto del Comune.

Lo sto per chiamare, ma …. L’itinerario che devono fare con lo spargisale è rigorosamente monitorato dal GPS che hanno a bordo. Non possono occuparsi di suolo che non sia pubblico. E noi restiamo intrappolati nel ghiaccio.

Ci vuole pensiero laterale!

Una tazza di thé e due biscotti, un filmetto di “vissero felici e contenti” alla TV ed ecco l’idea!

Trasformiamo il danno in opportunità: da domani apro una pista di pattinaggio in cortile. Posso fare prezzi migliori di quelli del Palazzetto, perché il mio impianto naturale non ha bisogno di manutenzioni. E poi, vuoi mettere il panorama!

Fatta! Domani anziché sghiacciare, lancio delle gran secchiate d’acqua in cortile, e poi ce la vediamo!

Vado a letto convinta! Ho risolto.

Il giorno dopo, di buon mattino, mentre nella testa comincio già a riempire i secchi, arriva quell’amico, e mi informa che al di là del trattore dotato di GPS del Comune, ne ha anche un altro senza GPS, che può usare per ……

Ollà! Sale da disgelo e brecciolino come non ci fosse un domani.

E io, anziché sentirmi sollevata, sono quasi un po’ dispiaciuta: me li ero immaginati, i Falcons Fassa a pattinare davanti alla mia porta!

Però .. siamo seri! Per fortuna qualcuno il GPS non ce l’ha!

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