Farò l’Idraulico

Chiudi l’albergo a settembre senza lasciare una virgola fuori posto. Non una virgola di quelle che sono sotto il tuo controllo, dico.

Poi riapri a dicembre e le malore ti investono, una dopo l’altra, in un continuo stillicidio di “Anna! non funziona”, “Anna! non parte”, “Anna! Si è rotto”.

E va ben che sono arrivata qualche giorno prima per mettere in ordine prima dell’arrivo degli esigentissimi ospiti di capodanno, ma così … neanche avessi la bacchetta magica!

Il fatto che abbiamo avuto il tetto scoperchiato avrebbe dovuto mettermi in guardia rispetto al mio “tutto sotto controllo!”

Non c’erano infiltrazioni, quando abbiamo fatto riparare il tetto.

E allora adesso cosa sono queste due enormi macchie sul soffitto?

Ci sono perfino i materassi bagnati! E la plafoniera sul soffitto sembra una boccia per i pesci!

Cosa faccio, a parte imprecare sottovoce?

Chiamo l’imbianchino, intanto. E poi chiedo l’autorizzazione a chiamarlo. Tanto, voglio vedere che mi dicano di no!

Mi pare di sentirmi un po’ meglio. Bene.

Clock.

Lo smart watch che un anticipatario Babbo Natale mi ha regalato, mi avverte che ho un messaggio. Che bello! Leggo di corsa senza neanche prendere il telefono in mano!

“Anna, mi dispiace, ma non posso venire a fare la stagione con voi.”

Ecco.

Il “tutto sotto controllo” si sgretola ulteriormente. Devo cercare un nuovo collega. Anzi: ho trentasei ore di tempo per trovare quello giusto!

Annuncio sul mezzo di comunicazione più efficace del momento: la pagina FB di “Cerco e Offro lavoro – Val di Fassa”.

Non so se tenere la notizia per me, o se devo avvertire gli altri. Magari conoscono qualcuno che potrebbe fare il caso nostro. Magari … magari è meglio che evitiamo le parentele e le amicizie: sembra che lavorativamente parlando siano foriere di grossi guai. E allora … San FB provvederà. Speriamo.

Il giorno successivo le colleghe che hanno iniziato per prime mi avvertono che qualcosa non funziona nell’impianto di riscaldamento. Tutte le camere dell’ultimo piano sono fredde.

I primi giorni servono anche per mettere a punto il riscaldamento.

Abbiamo un sistema che controlla e gestisce il riscaldamento dell’albergo, diviso in ventitrè zone. Ed è risaputo che una zona si scalda solo se tieni la temperatura a manetta fino a marzo, la tale camera si scalda solo se tieni al minimo il termosifone del bagno della camera accanto, un certo gruppo di camere non si scalda se non fai partire l’orario di riscaldamento almeno dieci minuti prima del resto del piano. E poi ci sono i bollitori che indicano una temperatura ma ne tengono un’altra, e la pompa che scalda all’impazzata ma l’acqua non circola, e una camera che è sempre calda perché sta proprio sopra la caldaia, e una che è sempre fredda e ….

Ecco. Oggi è facile: è tutto freddo.

L’idraulico mi mette un po’ paura. Mi pare sempre di dispiacergli. Cerco di mandargli messaggi, invece che telefonate, ma qui … urge spiegargli la faccenda.

Arriva il suo tecnico.

Qui c’è un ugello che non funziona, e poi hai una pompa bloccata.

Sentenzia e se ne va. Deve tornare con la pompa.

Da lì in poi è un vai e vieni continuo. Uno arriva e smanetta un po’, poi se ne va e dice che è a posto. Poi io chiamo per dire che invece non va, e allora arriva l’altro e rismanetta un altro po’.

E poi …. Eccolo! C’è il sensore di temperatura dell’acqua di mandata che per errore misura la temperatura come se fosse venti gradi sopra la temperatura reale. Così se io imposto la caldaia a 50, quella a 30 si blocca, convinta che stiamo tutti morendo dal caldo.

Chiama, richiama, vai e vieni, poi torna e controlla, e prova così e prova cosà. Avrò fatto venti chilometri lungo i corridoi ….

Ieri sera, Vigilia, dopo un “tutto a posto per davvero, stai tranquilla”, l’acqua delle docce usciva solo fredda. Ma proprio fredda.

Imprecazione legalmente consentita.

Cosa si fa? Si chiama l’idraulico per la milionesima uscita la notte della Viglia di Natale?

Certo che no! È meglio che imprechi da sola mentre in camicia da notte giro per l’albergo a controllare questo e quello, al telefono con qualcuno che mi pare possa dirmi cosa devo fare.

Prova a spegnere lì, prova ad alzare di là …

Mi viene da piangere!

Poi mi telefona uno di quelli che stava in accappatoio ad aspettare di fare una doccia. “Non chiedermi come: è uscito un gran getto improvviso, e adesso l’acqua viene con una gran pressione e a temperatura ustionante!”

Bene. Non stare a spiegarmi altro. Fai la doccia fin che ti pare possibile, e poi ….

La mattina seguente, stamattina, scendo fiduciosa che sia davvero tutto a posto.

Niente da fare. Babbo Natale non si è occupato della caldaia. Ancora tutte le camere fredde.

L’idea di rifare da sola tutti i tentativi e i manovramenti degli ultimi cinque giorni mi fa venire la nausea.

Sarà anche Natale, ma …. Chiamo l’idraulico.

Una telefonata. Non risponde.

Un messaggio. Non lo legge.

Un altro messaggio. Niente.

Richiamo. ….. rischio una denuncia per stalking!

Allora mi siedo, respiro profondamente e penso che nella peggiore delle ipotesi … ehm … non mi viene in mente nessuna ipotesi, né migliore né peggiore! Mi spaventa il fatto di non avere idee ….. ma la Provvidenza e l’Idraulico ci sono sempre. Non mi ha risposto, ma mi ha direttamente mandato il solito tecnico. La mattina di Natale, vestito come non ci si veste per lavorare, quasi non lo riconoscevo! Eccolo qua, il salvatore! …. O è una battuta blasfema?

Sa già tutto. Sorride, andiamo in caldaia, mi fa vedere un pulsante che non sapevo esistesse, e che pare sia indispensabile premere (e io come facevo a saperlo?), poi fa la stessa cosa con la seconda caldaia, e poi andiamo a vedere la temperatura delle pompe. E io starei lì seduta a guardare la lancetta che sale piano, e mi sento il cuore che si scalda, e starei lì in contemplazione …. E invece accompagno il super tecnico verso l’uscita. Gli regalo una renna di cioccolato per essere venuto fin qua anche se è la mattina di Natale. Lui dice che era già in zona, ma non ci crede nessuno.

Rudolf di cioccolata se lo merita proprio.

Ottimo.

Se mi licenziano farò l’idraulico. È un lavoro magico. E le persone ti sorridono e vorrebbero abbracciarti, quando arrivi e risolvi come per incanto.

Farò l’idraulico, così un sacco di gente cui eviterò di stare al freddo, mi amerà alla follia.

Adesso possiamo un po’ rilassarci e mentre salgo le scale, salutata la collega che mi sostituisce in ufficio, penso che una cosa bellissima è dormire nelle lenzuola fresche di bucato. Oggi me lo merito: cambierò le lenzuola.

Ottimo programma, mi pare.

Ottimo, fino a quando come il solito resto incastrata tra il piumino e il suo copripiumino. Un inestricabile groviglio.

E impreco, e mi agito, e scuoto braccia e lenzuola, e giro e tiro, e sbuffo e riprovo, finché …

Llà! Il solito smart watch del dissennato Babbo Natale mi avverte che “CONTINUA COSì: stai facendo un ottimo allenamento dinamico!”

Un cosa?

Ma mi prendi in giro?

Sto cambiando le lenzuola!

Mi agito ancora un po’ e finalmente … sono soddisfatta. Il letto sembra un letto, anziché un covo di serpi cornute.

Finito.

Mi siedo, finita anche io, e il simpatico orologio sentenzia: “Complimenti! Hai consumato 46 kcalorie!”

Quarantasei? Tante quante ce ne stanno in un bicchiere di acqua fresca?

Beh … se cambiare le lenzuola vale solo 46 punti, chissà quanto vale correre su e giù da una caldaia all’altra! Sarà per quello che il tecnico simpatico e gentile è anche …..

Ma sì: se mi licenziano farò l’idraulico!

 

PS per i curiosi: sì, ho trovato il nuovo collega, e ne sono momentaneamente ma profondamente soddisfatta. Sa spalare la neve, e gestire sale e brecciolino per sconfiggere le terribili lastre di ghiaccio che sono già ovunque, e per le quali sono peraltro anche grata, perchè si è rotto il frigorifero dei camerieri, ma possiamo bellamente mettere tutto fuori dalla porta: si conserva ogni cosa in maniera splendida!

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