Tre mesi tondi tondi. 10 giugno – 10 settembre.
Mi ci vogliono
- Integratori e medicine per 90 giorni. Fatto. Spesa una sconsiderata cifra, ma fatto. Salvo imprevisti medico-sanitari, sono a posto.
- Vestiti da estate montana (o mezza stagione in pianura) tanti da non sembrare sempre vestiti uguali. Molto impegnativo: io sono di pianura, e le mezze stagioni non esistono più. Valigie piene di vestiti stratificabili. Orribili accozzaglie di sicura ineleganza. L’essere “a posto” a questo riguardo è ampiamente opinabile.
- Antidoti all’inedia: ho raccolto gli indirizzi “di carta” per scrivere a mano. Una cartolina, una lettera con il pennino, quelle robe lì, insomma. Facile, ma tanto demodé da recuperare il fascino del vintage.
pennini, carta, inchiostri, buste, francobolli …. Tutto pronto.
Per le altre cose ho valigie, e scatole, e borse, e buste di quel che serve per fingersi un po’ a casa, e per far pesare un po’ meno la precaria e sconsolante provvisorietà.
È tutto quasi pronto.
Potrebbe mancarmi giusto la valigia delle cose che non si comprano, che non pesano, che non occupano posto. Mi manca la valigia delle cose che stanno in un pezzetto di cuore: la consapevolezza che lì non farà tutto questo caldo, per esempio.
E anche ….
Mah …. Mi resta praticamente vuota, la valigia metaforica.
Che ci metto?
… dai, la prossima la scrivo dai monti!
Lascia la valigia metaforica: viste le tue avventure, ne terrei una metafisica, e l’altra metà la riempi coi cadaveri virtuali degli ospiti assurdi.
Riccardo
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