Si avvicina il momento di ripartire (conformemente ai diversi punti di vista, scegliere l’espressione più idonea tra le seguenti: oimè, per fortuna, purtroppo, grazie a Dio, “altro”), e come per miracolo si moltiplicano anche le occasioni di condivisione.
Non so dire quale sia la causa e quale l’effetto: si scrive per ripristinare uno strumento che suggerisce vicinanza nel periodo in cui si sta lontani, e quindi ogni occasione è buona, oppure davvero si notano tante cose da condividere, e in vista del periodo di isolamento si rispolvera la fortunata occasione del blog-rifugio?
Sai cosa? Non mi importa.
Immagino che ciascuno di coloro che avranno la pazienza di leggermi potrebbe rispondere nello stesso modo:
Il colore alle pareti, che io avevo chiesto fosse “tortora”, è stato definito “color piccione” ? Non mi importa.
Mi sono arresa alla precarietà di una casa che ancora non sento Casa? Non mi importa.
Sono stata tre giorni in montagna e c’erano 6 gradi, poi sono scesa e ne ho dovuti affrontare 27 e anche umidi? Non mi importa.
Eh … in fondo importerebbe poco anche a me, se non fosse che la vita è fatta proprio di Piccione alle pareti, di escursioni termiche che più che temprare sfiancano, e anche di case birichine, che nella loro precarietà fanno sentire te sempre meno radicato.
Valigie.
Sto di nuovo preparando le valigie.
Qualcosa è già in montagna, qualcosa ho preparato nella casa di Vicenza e basta caricare, qualcosa è a casa di papà, qualcosa è nella lista degli “ultimi acquisti” e qualcosa ….
Ecco, l’ultimo “qualcosa” è ansiogeno.
Oggi cercavo i ferri da maglia. Mi servono per preparare la valigia del “bricolage per distrarsi nei casi di arrovellamento e loop”. Non li adopero da un po’, ma devono essere nella scatola dei gomitoli, no? Nella scatola dei gomitoli, appunto, che io ho messo …. Nell’armadio? Nella cassapanca? Nello scaffale? In questa casa? …..
E C C O L O: un bello scatolone di classico cartone marrone: me lo ricordavo proprio, e mi ricordavo anche che sul coperchio avevo scritto “tricot” con il pennarello rosso.
Anzi blu. TRICOT è scritto in blu. Chissà perché me lo ricordavo rosso.
Appoggio sul pavimento.
Chissà perché pesa così tanto questo scatolone di gomitoli ….
Apro.
Scarpe.
Ho trovato uno scatolone di scarpe.
Di più.
Ho trovato le scarpe “di mezza stagione”, che da quando la mezza stagione la faccio in montagna, le scarpe da mezza stagione in pratica non mi sono più servite.
E nell’ultimo periodo, invece … “ma quelle scarpe chiare …. Mah, qui non ci sono … saranno in montagna.”
E poi …. “Mah, in montagna non ci sono …. Saranno da papà.”
E poi di nuovo ….” Mah, qui non ci sono …. Saranno …. Dove caspita saranno?”
ECCOLE; DOVE SONO! Sono al posto dei ferri da maglia, in uno scatolone che devo aver riciclato dal primo trasloco, quando avevo etichettato in blu.
Non me ne importa.
Rosso o blu, almeno le scarpe ci sono.
Adesso forse potrei cercare lo scatolo con “scarpe” in blu, e forse potrei trovare i ferri da maglia.
Dove sarà lo scatolo in questione?
In montagna? Da papà? Nell’armadio?
Dovrò decidermi a riaprire tutti gli scatoloni, e a non dare per scontato che le indicazioni rosse e blu siano effettivamente pertinenti.
E nel frattempo?
Cerco i ferri da maglia e trovo scarpe: la vita è già troppo complicata per angosciarsi per questo. Ho la casa piena di sorprese, mettiamola così.
Anzi, di più: le sorprese sono sparse in tre case diverse, credo.
Una vita di sorprese. Che bello!
E non trovo i ferri da maglia. Non importa.
Preferisco l’uncinetto. E quello ce l’ho nella borsa sempre, perché sono demodée e anacronistica, ma non mi importa.
C’è la speranza di un salutino oppure è vana per ovvii motivi logistici ? ( non mi ricordo mai se ovvio al plurale va con 2 i oppure no) . Per ovvi motivi mi manchi ciao
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ci vediamo di sicuro.
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