Collocui (con la ccì)

Collocuio, Collocui …. Già a Qualcuno dirà qualcosa …. Si parla di cose brutte, ma è un argomento sempre ricco di spunti.

Ammetto che in un primo momento avevo pensato di scrivere “ricco di …” ma l’ineleganza va evitata, per quanto possibile.

Siamo alle prese con la ricerca di un cameriere.

Qualcuno si è informato per sapere chi abbiamo “fatto fuori” stavolta, e io ho fatto finta di non sentire. Non abbiamo fatto fuori nessuno.

Le contingenze, a volte, rendono difficile costruire una squadra che funzioni, al di là del peso di ciascun giocatore.

I bravi solisti non sono sempre bravi anche a fare squadra, e quindi a volte quello che si cerca è più il carattere adatto, che la professionalità, perché quella un po’ per volta si costruisce, ma il resto no.

Fatto sta che ci risiamo.

E io sono ancora alle prese con colloqui (questa volta con la Q) e con personaggi che non capiscono perché sono pure loro ancora alle prese con i collocui (con la C).

 

“Io cerco un altro lavoro perché in quello che avevo non mi trovavo bene.

Lo chef era presuntuoso. Credeva di saper cucinare solo lui. E va ben che io ho 20 anni, e faccio la cameriera da un mese, e lui magari cucinava prima ancora che io nascessi, ma una pasta al pomodoro a casa mia la faccio anche da sola! E magari anche più migliore della sua.

(ha detto proprio “più migliore” ….)

E poi il mio collega mi diceva cosa dovevo fare. Ma mi dava ordini, sa? E mi diceva che era perché lui era il maître. Embè, io ci diventerò, quella cosa lì che hai detto, no?

E però c’era anche il titolare, che voleva che io scendessi in sala prima dei clienti. Che cosa vai a fare, se quelli ancora non ci sono? Che scendano, e poi vedrai che arrivo anche io! Tanto, non hai detto che mi paghi a forfè, anche se faccio più ore?

Va bene, ma allora lo capisce che non potevo stare là?

Poi ho detto al titolare che non mi trovavo bene per tutte queste cose che ho detto, e lui mi ha detto che va bene, e potevo andarmene.

Allora comincio qui dopodomani, perché cercare un lavoro è una cosa faticosa, e allora domani mi riposo, e poi vengo. Va bene?”

…

ehm …

mah, io credo che anche noi abbiamo uno chef che cheffa da oltre vent’anni.

E anche un titolare che vuole il personale al lavoro in tempo utile … non so se siamo proprio il posto giusto per lei.

…

“no, eh?

Siete anche voi razzisti nei confronti dei ventenni, vero?”

…

beh … vabbè …. Sì. Razzistissimi con i ventenni che collocuiano senza sapere cosa dicono!

Vada, vada pure, che c’è lì un altro signore con cui devo parlare!

 

Entra.

 

“Gentilissima e Amabilissima Signora Direttrice (tutto maiuscolo).

Io mi chiamo Vernanzio (proprio con la R) e sono il più bravo cameriere e barista e plongista e tuttofare e manutentore, e lavapiatti e aiuto cuoco e somellier che lei possa avere il piacere di incontrare.

Gentilissimamente e Piacevolissimamente le racconterò che non c’è cosa che non so fare, e non badi che ho quasi 60 anni e un’esperienza che forse questo posto non è proprio alla mia altezza, ma sarò lieto di insegnarvi le cose che la vita e l’esperienza hanno insegnato ammè.

Non ho portato il curricolo perché ce l’ho tutto in testa. Lei mi dica un anno, e io le dico cosa ho fatto in quell’anno lì.

E poi mi dica con chi vuole parlare e senza che lo disturbiamo le dico io che referenze mi fa dimmè.”

….

potrebbe essere una strategia autopromozionale …. ma No. Non ce la posso fare.

Domani ne vedo altri tre, e poi …. E poi lascio che faccia la Provvidenza.

Un po’ io e un po’ lei, no?

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