Danni.
Oggi la fresa della neve ha tranciato i cavi delle luci di Natale.
Sarà un messaggio subliminale? Che sia ora di toglierle? Basta, con ste luci, magari è ora di altro!
Ma qui tra i monti è normale tenerle fino a quando la stagione non sarà più così buia.
Cavi ben nascosti, sommersi da un metro di neve.
Spazza la neve e spezza i cavi, è tutt’uno. Una fantastica sorpresa!
Li abbiamo aggiustati perchè ci pareva brutto lasciare la facciata buia. Lucine e intermittenze, ancora ci vogliono. E’ presto per un cambiamento così radicale, forse, e allora …. lucine siano!
Domani finiremo di spazzare via la neve, staremo attenti ai cavi sfregiati, ma chissà che altre sorprese …..
Magari troveremo il bullone che abbiamo sentito schizzare via dalla fresa …..
O magari ricomparirà il mocio che abbiamo fatto volare quando cercavamo di far cadere i ghiaccioli dal tetto.
Si sono riformati, i ghiaccioli, ma questa non è affatto una sorpresa: sgela un po’, gocciola, righiaccia …. I ghiaccioli non sono una sorpresa, ma servirebbe un altro mocio … chissà, magari lo troviamo!
Le sorprese arricchiscono le giornate, d’altro canto.
Come quella dei turisti che si sono presentati senza che l’agenzia annunciasse il loro arrivo ….
Come quella della cerva che è venuta a leccare il sale da disgelo che abbiamo sparso davanti alla porta.
Sorprese.
Come quella della foto.
La vedi quella foto lì?
La vedi?
Ti pare una bella foto?
È una foto qualunque di un posto che considero qualunque.
Una cima che ho visto millemila volte e che altrettante ho fotografato, e stavolta cos’avrà di più bello del solito? Ha avuto più “like” di quanti potessi immaginare, ma non ci sono ragioni speciali.
Una parete di roccia al sole, alberi coperti di neve, una stradina poco battuta.
È il retro del campo da calcio. Non si vede la rete, non si vedono i brutti lampioni di ferro, non si vedono le macchine malamente parcheggiate intorno, soprattutto non si sentono gli schiamazzi spoetizzanti.
Trenta like, e altrettanti pensieri: temo che l’abitudine impedisca di godere del bello che circonda. Accidenti all’abitudine.
Forse sono davvero belli i cervi che scendono a mangiare.
Forse è davvero incantevole, il paesaggio bianco come nelle favole.
Può darsi che io già cominci a dare per scontato il cielo terso, le nevicate, le cime, …..
Che sia già ora di cose nuove?
Non so, la Primavera, per esempio?
La prossima volta, naturalmente se riesci fotografa la cerva, chissà che meraviglia…
Anche ad Aosta è nevicato tantissimo, invece in Monferrato dove sono io l’abbiamo purtroppo appena vita…
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proverò!
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Primavera?
No, no! C’è ancora bisogno di inverno.
Di tanto inverno.
Piove poco, la Terra ne risente.
E allora lascia che sia inverno.
Almeno a gennaio.
Almeno fino a metà febbraio.
Poi saremo stufi marci, e allora andrà bene un po’ di primavera.
Ma poca: voglio abituarmici con calma.
Con calma.
Che non c’è fretta di fare cose.
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tu non abiti in montagna, lo so, però capisco.
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Primavera si ma solo se porta quella bella neve leggera e polverisa che basta un leggera curva per farne alzare un metrocubo… e se la novità fosse che ti metti gli sci e… accompagni i clienti su e giù per le montagne ?
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ma sei matto?
io e gli sci nella stessa frase?
non ci provare nemmeno!
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