Per una volta ve la racconto come l’hanno raccontata anche a me.
Per una volta, e vi prego di credermi, non è capitata direttamente a me, ma è una storia che rende molto il clima generale e la poca presenza di se stessi al mondo. Rende bene come si vive in alcuni periodi, o in alcune circostanze, per esempio verso il finire di una stagione in albergo.
Ve la racconto con l’autorizzazione esplicita della signora in questione, alla quale ho dovuto però promettere di non citare il nome, né di renderla in qualche modo riconoscibile, cosa cui starò ben attenta poiché secondo me la sua “prudenza” ha ben donde.
Perciò virgolettiamo.
“Beh, Anna, non puoi credere ….
Ieri ho fatto finalmente quel giro nel bosco che mi avevi suggerito.
Avevi ragione, eh? Bello, proprio bello!
Sono salita fin sulla cresta passando dal centro del paesino, e piegando lì dietro la fontana, e poi sono salita fin dietro al pascolo delle mucche, quelle là che si vedono anche dalle nostre finestre.
Una passeggiata magnifica: c’era un bel sole, e mi sono anche fermata a fare qualche foto, prima di prendere il sentiero che scendeva.
Sai, poi c’era il bosco, e lì faceva un po’ più fresco, e io me la sono proprio goduta: il prato, le mucche, lo scampanio, e il rumore dell’acqua dal fondo valle.
Ah, che meraviglia.
Mi disturbava solo il fatto che mi scappasse la pipì.
Però ho camminato ancora, e avanti e avanti, fino a quando ho proprio dovuto organizzarmi per una pipì bucolica. Sai, mi sono detta, quanta gente fa la pipì nel bosco?! E che sarà mai?
Ho camminato stando attenta a non scendere troppo, perché di sotto c’era la pedonale che costeggia il fiume. E mi guardavo in giro, perché ci voleva un posto un po’ riparato, e un po’ fuori dal sentiero, ovviamente.
Qui no: troppi rovi. Di là no: spazio troppo aperto. Là in fondo no: dalla strada mi vedrebbero.
Cammino ancora un po’, ma la necessità si fa impellente. Devo trovare subito il posto giusto.
Mi guardo ancora un po’ in giro, e mi allontano un po’ dal sentiero.
Ecco … forse ci sono …. Da qui non si sente più l’acqua. Si sente invece il ronzio della segheria, ma quella è lontana, non è un problema.
Mi guardo ancora un po’ in giro, titubante, ma qui c’è poco da titubare, se non voglio scoppiare!
Questo.
Questo è il posto giusto per la mia pipì bucolica.
Un’ultima occhiata a destra e a sinistra, e poi …..
E poi ….
E poi com’è che il rumore della segheria sembra farsi più vicino?
Ehm …. E cos’è questo sferragliare in avvicinamento?
AAAAARGH!
Chiappe al vento, alzo lo sguardo al cielo e vedo passarmi sopra la testa niente meno che la cabina della funivia!
Una cabina piena di gente che guarda in giù!
AAAAARGH!
Che incubo, questa pipì bucolica! Altrochè rumore della segheria! Il mio “posto giusto” era proprio sotto ai cavi della funivia!
E io mi ero guardata bene in giro, anche!
Posto perfetto: riparato dagli sguardi di chi stava a monte e di chi stava a valle. Riparato anche da quei due o tre che fossero passati dal sentiero.
Ma non avevo contemplato un attacco aereo!
Me le immagino, le facce e le risate ….
…. Chiappe al vento. non ci posso pensare. cammino per strada e mi pare che tutti mi riconoscano ….”
È per quello che oggi hai cambiato colore ai capelli?
“…… sì!
spero che quelli che stavano sulla cabina abbiano notato il colore dei capelli, piuttosto che ……”
…
sì, certo: tutti quelli che vedono dall’alto qualcun altro con le chiappe al vento, notano per prima cosa il taglio di capelli e la messa in piega.
Certo.
😛
PS: prima che vi venga il dubbio: io non vado a fare una passeggiata da non mi ricordo più quando, e i miei capelli sono sempre dello stesso colore. Non ero io.
Molto divertente 🤣🤣🤣
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dipende veramente dai punti di vista!
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