Altrodì.

Cos’è che ti fa dire che è domenica?

Quando sono a casa, la Domenica si va a Messa, e poi pranziamo con mio papà.
Dopo pranzo si sonnecchia sul divano, soprattutto se ci sono le gare di formula 1, il cui rumore concilia molto. E poi si va a trovare gli amici. E si chiacchiera, e ci si riposa, e si pensa (ma poco) a quello che si farà domani.
Tirar tardi non mi piace, perciò le ore piccole no, quelle non si fanno.
Probabilmente si fanno valigie. Per andare, per tornare, per spostarsi di poco, per star fuori un po’ … le valigie sono una costante e oramai un’abitudine.

Quando non sono a casa è diverso. La domenica quasi non ha nemmeno la maiuscola.
È uguale agli altri giorni. Papà al telefono soltanto, niente amici con cui chiacchierare, la Messa solo in occasioni veramente eccezionali.
Vestiti normali, ufficio, procedure solite, disbrighi quotidiani e noiosi. Telefono, preventivi, clienti. Sempre quello.

E le valigie nei pensieri. Quelle per partire. Ma davvero solo nei pensieri.

Il count down non è una bella cosa: è l’unico sistema per riuscire ad allungare il tempo, ma davvero. E quindi non si fa. Vietato.

Però la domenica quando si lavora dovrebbe avere un altro nome.

Suggerimenti?

Io direi Altrodì. Rende.

Si cerca di farla tornare Domenica, allora, per goderne e per non sentirsi su un pianeta parallelo:
si indossa il vestito tirolese, si mette una musichina conciliante, si organizzano i buoni propositi della settimana, si veste un sorriso largo anche se ti verrebbe meglio un ancor più largo sbadiglio, e poi ci si concede di scrivere una mail come surrogato alle chiacchiere, e di rivolgere minuziosi pensieri a quello che di diverso si potrebbe fare domani.

Magari faccio un giro a piedi, se non piove. Altrimenti finisce che qui tra i monti sto all’aperto meno che in città.

Magari vado a trovare qualcuno, se mi viene in mente qualcuno da andare a trovare. Altrimenti finisce che mi alleno all’eremitaggio emotivo.

Magari progetto, e spargo pensieri positivi sul futuro, e affido speranze e progetti a Chi può averne cura. Così è un po’ Domenica lo stesso.

 

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2 pensieri su “Altrodì.

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