Qualcuno non lo sa: prima di essere un blog, queste pagine erano mail collettive, o lo sarebbero state. Una mail e qualche decina di indirizzi: un modo forse poco agevole per tenere aggiornati i miei amici sulle vicende della mia vita ricollocata.
Poi alcuni incidenti di percorso e alcuni suggerimenti poco velati mi hanno indotta a ricollocare pure le mie …. lettere. E così io e le mie storie ci siamo trasferiti qui.
Immagino tuttavia che capiterà in questo contenitore la stessa cosa che capitava con le “collettive”: nel fuori stagione scrivo di meno.
Vi mancheranno, lo so, le avventure forsennate che capitano tra i monti, e vorrei dirvi che mancheranno anche a me, ma le bugie non sono una bella cosa, e quindi no: non mi mancheranno.
D’altra parte lo so io come lo sapete voi: di amene faccende è pieno il mondo. Ne capita davvero una al giorno, se si ha voglia di notarle e di annotarle.
Tutti i giorni c’è un bambino che si produce in qualcosa che diventerà un gustoso aneddoto,
tutti i giorni c’è un grande la cui amenità corre sul filo dell’idiozia,
tutti i giorni la sottoscritta ha modo di pensare “questa la devo scrivere”.
Ciò non toglie che se lo scrivere serve palliativamente ad avvicinare quelli che sono lontani, credo che quando la distanza è tecnicamente e materialmente valicabile, allora invece che scrivere sarebbe più opportuno cercare di parlarsi. E allora non si scrive, convinti che “tanto, glielo dirò di persona”.
È quello che vorrei: incontrare finalmente gli Amici (e le Cugi) cui ho detto “a presto” non mi ricordo più quanto tempo fa.
Ci penso tutti i giorni.
Tutti i giorni penso a come incastrare tutte le cose che devo fare,
e a come farci stare anche e soprattutto tutte le cose che non devo, ma voglio proprio fare.
Tutti i giorni.
Tutti i giorni dico una preghiera.
Tutti i giorni faccio in modo che qualcuno si ricordi che io gli voglio bene.
Tutti i giorni programmo qualcosa che mi dimostri che voglio bene un po’ anche a me.
Tutti i giorni sbaglio qualcosa.
Tutti i giorni cerco di perdonarmi per le cose che ho sbagliato.
Tutti i giorni mi riprometto di fare che il seguente sia sereno.
Tutti i giorni sogno l’impossibile convincendomi che possa capitare.
Tutti i giorni mi rincuoro, pensando che probabilmente non è poi una così brutta idea che l’impossibile non capiti.
Faccio un sacco di cose, tutti i giorni.
Di alcune vorrei imparare a fare senza,
così resterebbe più spazio per quelle che fanno bella la vita.