Chiudere

Ciao! Che sorpresa! Com’è che sei qua?

Devi dirmi una cosa importante? Va bene, io però devo chiudere l’albergo.

No, non è che ci voglia proprio un attimo …. Dai, accompagnami, così mi racconti mentre facciamo il giro.

Prendo le chiavi.

Perché ridi? Le chiavi, plurale: sono trentotto, e per essere sicuri di aver chiuso tutto, bisogna fare il giro da dentro, e chiudere 38 porte, e poi fare il giro da fuori, e provare ad entrare da 38 porte.

Continui a ridere?

Dai, vieni con me: le chiavi sono numerate, così viene facile. Da dentro si comincia a chiudere la porta numero 1, che è l’ingresso principale, poi dalla 38 si esce e si rifà il giro a rovescio, così alla 1 si può rientrare.

Non provare a dire che non ha senso: ho messo a punto questa strategia e questo portachiavi da fare invidia a San Pietro dopo un anno intero di studi e di tentativi. Dai, vieni.

Non continuare a ridere.

Dimmi, di cosa mi volevi parlare?

Non distrarti. Non c’è una soluzione migliore.

Cosa vuol dire che per ogni porta tu potresti star fuori e provare ad aprire dopo che io da dentro ho chiuso?

E dopo? Riapro per farti rientrare?

Mi ricordi quella volta che ero nel garage della casa di Vicenza.

Pioveva, e sono arrivata in garage con le braccia piene di bagagli, come sempre. Ho aperto la macchina e mi sono detta che non avrebbe avuto senso entrarci per poi dover scendere a chiudere il garage. Ho chiuso il basculante e sono salita in macchina. Meno male che ho guardato nello specchietto, prima di partire in retro. Che impressione vedere la serranda chiusa! Non me l’aspettavo!

Sono scesa dalla macchina scuotendo la testa, ho riaperto il basculante, sono uscita sotto la pioggia, ho richiuso il basculante, e mi sono guardata in giro ….. e la macchina? Ah, no, è rimasta dentro! Allora ho riaperto il basculante, sono salita in macchina, e me ne sono andata, lasciando il basculante aperto. Con tutto il cuore ho sperato che nessuno mi avesse vista. E c’era proprio poco da ridere, come adesso.

Dai, muoviamoci, che siamo solo alla numero 6.

C’è un telefono che squilla. È tuo?

Ah, no, aspetta che rispondo, allora.

Sì. Dove sei? Nella dispensa? Sì, Ho appena chiuso io.

Cosa vuol dire che ti ho chiuso dentro? Cosa ci fai lì, che non dovrebbe esserci più nessuno?

Sì, hai ragione, non disquisiamo. Certo che torno ad aprirti, fra 32 chiavi del giro di andata e 34 del giro di ritorno.

AAAAAAH ! NON URLARMI AL TELEFONO! Eccheccaspita! Fai il giro da dentro, no? Ci sono ancora un milione di porte che non ho chiuso!

Va bene, finiscila. Arrivo.

Dai, andiamo ad aprirgli. E smettila di ridere.

Ecco fatto. E adesso a che numero eravamo arrivati?

No, se siamo entrati da lì, vuol dire che non l’avevamo chiusa.

Ricominciare? Ma vuoi scherzare? Non ricominciamo un accidente davvero. Adesso finisco il giro.

Dai, dimmi. Di che mi devi parlare?

Sono uno spasso? Eri venuto a dirmi che sono uno spasso? Ti fa ridere che per chiudere casa ci vogliano 38 chiavi, una passeggiata di un paio di chilometri tra dentro e fuori, e la certezza che nessuno sia in giro?

E sì, anche un assistente che segni con una crocetta le porte già chiuse e controllate, certo. Mi ci vorrebbe anche quello …..

Sai cosa?

Ho un’idea: lasciamo perdere. Siamo vicino alla porta 23: fermiamoci qui e facciamoci un caffè, così ci sediamo un momento e mi dici quel che devi dirmi.

Ecco qua. A chiudere ci riproverò domani.

Dimmi.

“No, è che …. Mi viene da ridere …. Ero passato a dirti che sul retro hai tutte le finestre aperte.”

….

Dovrebbe

Far

Ridere

?

 

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