Bisogna farci caso, quando si è felici,
perché altrimenti rischi di riconoscerla, la felicità, quando non ce l’hai più.
E invece la felicità è anche oggi.
La felicità è una signora che trascina la sua valigia fuori dalla porta, e tu agiti una mano come un fazzoletto bianco di Arrivederci, e nel cuore pensi “sì, ma prima intanto partite!”, perché la felicità è vedere un autobus che parte, pieno di sciatori Cechi.
E poi è felicità anche il silenzio di un albergo vuoto, e il gesto semplice di disinserire la sveglia delle 6.30.
E non è vero affatto che la felicità è la salita prima della vetta: la felicità è la discesa che ti fa tornare a casa, e il proposito e la consapevolezza che stavolta sarai felice delle cose piccole, perché la felicità è una pizza con qualche amico, sono due chiacchiere e un sonnellino sul divano di mio papà, e sono piccole normalità diventate speciali.
Felicità è ricordarsi che anche le scarpe strette fanno felici: basta toglierle.
E da domani camminerò di nuovo scalza.
Felicità!
Aspettando una pizza “felicità “…
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rivo.
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