Ho perso il conto degli incidentati.
Un signore Tedesco si è rotto un braccio un quarto d’ora dopo aver messo gli sci. Era contento perchè sua moglie non avrebbe voluto che lui stipulasse un’assicurazione, e invece …. vedi che serviva? se ne torna a casa gratis, con una ambulanza tutta per lui.
Due signore della Repubblica Ceca stavano chiacchierando a bordo pista, e sono state stese da un inesperto snowboardista. Ubriaco. Multa per il ragazzone, ammaccature varie per una, trauma cranico per l’altra.
Una ragazza è caduta faccia in avanti, le si è sfilato il casco, e lei ci ha sbattuto il naso. Frattura del setto nasale.
Uno alla settimana, direi. E qualcuno non torna neanche in albergo: vengono a prendere le sue cose, e di lì in avanti la sanità pubblica e le assicurazioni private seguono il loro corso, a mia insaputa.
Non che faccia molto ridere, in effetti, ma non è mica detto che si debba ridere proprio sempre!
Circa un anno fa vi ho scritto in diretta dall’ospedale di Cavalese:
” Niente di grave, e soprattutto non a me.
A dire la verità neanche restare chiusi in un ascensore è una cosa così tanto divertente, eppure eppure …..
Ho accompagnato una collega che non si sentiva bene, e adesso mi accingo a quelle cinque-sei orette di attesa che un caso come il suo implicherebbe in uno qualunque degli ospedali cui sono abituata.
Sto qui, e aspetto. Senza ansie: l’ho vista, come stava.
Sto qui, con il mio fondamentale kit di sopravvivenza, pronta a tutto.
Poltroncina vicino a un tavolinetto che nasconde anche una presa per la corrente.
Computer, telefono, acqua, libro, uovo sodo, crackers, cioccolata, scialle, occhiali …
Un giorno ve la racconto, questa cosa dell’uovo sodo …. Ricordatemelo.
Intanto sono qui, e pur attrezzata di tutto punto, mi guardo in giro senza riuscire a concentrarmi sulle mie faccende.
Siamo arrivate presto: una mamma con un bambino che dice di avere mal di pancia, ma secondo me non sa neanche cosa voglia dire. Un signore che accompagna la moglie che si lamenta per un ginocchio dolorante. Due fratelli che litigano perché mentre litigavano a casa, la badante ha chiamato l’ambulanza per la vecchina che stava badando, e la badante che dice che beh, se non l’avesse fatto lei …..
Mi accomodo un po’ meglio. C’è un sacco di posto, in questa sala d’attesa, ma lo stesso non mi va di occupare più di quello che serve.
Chissà perché ci sono tutte queste sedie …. Chissà a quale calamità credono di dover essere pronti.
Un’infermiera giovane giovane esce dal suo cubicolo e annuncia alla collega che sta in fondo al corridoio che “iè le òndese e mèda, ‘desso i taca rivàr”
La guardo con un’espressione probabilmente più perplessa di quello che vorrei, e lei sottotitola “un po’ prima di mezzogiorno cominciano ad arrivare quelli che si fanno male sulle piste: siamo l’unico ospedale in valle”
Prendo consapevolezza della mia perplessità, e mi accorgo che non mi sto solo guardando in giro. Aspetto.
Poco.
Nel giro di qualche minuto, la prima ambulanza porta una ragazza che stesa sulla barella ride forte e chiede perché deve stare stesa, se ha male solo a un polso. Trovo che abbia ragione. Ineccepibile, ma il personaggio che l’accompagna ci illumina, quando le suggerisce “perché se non sei grave neanche un po’, allora devi pagare”.
… hai capito?
Poi arriva un signore sui settanta, piuttosto ammaccato, pare. Collare, occhio gonfio, si tiene un gomito. Racconta all’infermierina che si è scontrato con suo nipote che stava sullo snowboard. Dice che l’altro è andato a gambe all’aria per il colpo. La figlia, sottovoce, precisa che a gambe all’aria c’era lui, e che il ragazzetto in questione non era affatto il nipote, che sta a Brescia. Oilà! Stato confusionale! Via! Codice rosso!
E tutta la fila delle precedenze fa un passo indietro.
Altra ambulanza: snowboardista caduto di schiena. Bianco come un cencio. Non si sa che lingua parli. Che codice gli si dà, se non ci dice niente? Eh … emergenza! Chiamate il dottor Nonmiricordocosa, che sua moglie sa tante lingue e forse capisce anche questa. Eh, beh … mi pare un gran metodo! Arriva la fidanzatina trafelata. Lei parla francese e quell’altra lingua, e la sua amica che l’ha accompagnata parla francese e inglese, e c’è un’infermiera che parla ladino e un po’ inglese. Fatto.
Non vorrei essere nei panni del ragazzetto. In tutti i sensi. Ha anche una brutta tuta leopardata.
Lastra e ortopedico.
E anche neurologo.
Ecco. Per quello mi metterei in fila anch’io, a ‘sto punto.
Irrompe un gruppone di turisti milanesi con bambini e chiasso al seguito. Pare che stiano cercando qualcuno della comitiva che dovrebbe essere arrivato qui da un po’ …. Ma se non sei un parente non ti dico se c’è, ma se mi dimostri che è del tuo gruppo, allora ti do le informazioni che servono. …. Squilla un telefonino: il presunto ferito li aspetta all’ingresso, così lo riportano a sciare. Bimbi, chiasso e milanesità se ne escono all’improvviso, come sono entrati.
Chissà che ore sono ….
Siamo qui da un po’ … e … toh! Il mio Cliente Galante della Settimana!
Ce n’è sempre uno. Non fai in tempo a declinare le partecipazioni di uno, che subito ….
Direttrice! … e poi mi squadra dalla testa ai piedi. Fanno sempre così.
Tu sorridi, e aspetti che lo scanning sia finito e sai già che quando risalendo torneranno a guardarti in faccia, diranno
“Direttrice, con quegli occhi, lei può dire quello che vuole!”
Con gli occhi? Chissà con gli occhiali, allora!
Si siede, questo, e mi dice che il suo amico è caduto scendendo da una nera che sapeva di non essere in grado di fare. Si è storto un ginocchio. Tra un po’ lo dimettono e ….
“Direttrice, Lei è davvero una donna di classe”.
Aspetta. Forse ha detto Donna di Classe.
E poi “Si vede davvero che lavora con esperienza e sicurezza.”
Ah, ecco, questo taglia la testa al toro: mente spudoratamente, il vile!
…. Meno male che l’amico azzoppato arriva in fretta, a bordo dell’immancabile sedia a rotelle.
Se ne vanno e rischiano la collisione con l’ennesimo sciatore malconcio. E i suoi accompagnatori non troveranno neanche un posticino per sedersi: la sala d’attesa è proprio al completo.
….
Oggi ho imparato che lo sci è uno sport davvero pericoloso.
Io l’ho sempre detto ….. “