Di corsa

La Vertical, io non l’avevo mai sentita nominare.
Una corsa in montagna, questo adesso lo sappiamo. Corrono 3 chilometri lineari, con un dislivello di mille metri. E che ci vuole? Poco più di mezz’ora, dicono, per i più bravi.
La premiazione è in vetta, alle 12,00, e allora il gruppetto dei più bravi parte da giù alle 11 e un quarto. Roba così.
Io guardo, e mi spiego molte cose.
Mi spiego perchè la partenza è nella zona della piazzola dell’elisoccorso.
Mi spiego perchè questi che corrono hanno l’aspetto spiritato e legnoso.
Mi spiego perchè c’è una teleferica che porta in quota vestiti, coperte, cibo, acqua e caffè. Come si fa coi profughi quelli veri.
E poi ci sono cose che non mi spiego:
come mai ci sono oltre trecento concorrenti? Forse il premio è in soldoni. In tanti soldoni.
come mai gli organizzatori hanno scritto nel regolamento che non assicurano i concorrenti? Ah, sì, questo lo immagino!
Poi arriva un tipo di corsa. Sembra fatto di plastica bagnata. Corre verso un altro tale, che invece sembra l’omino della Michelin, e senza muovere le labbra, plastificate pure quelle, gli dice “mi hai dato il pettorale sbagliato”.
Accidenti.
Credo di aver assistito al licenziamento a labbra serrate del manager di questo prototipo di atleta.
Cambiano al volo il pettorale.
A dire la verità mi pare uguale a quello di prima.
E il fascio di nervi riparte.
E io mi chiedo. Anzi no. Non mi chiedo niente. Penso soltanto che nel tempo in cui questo parte e arriva lassù in alto, io farei in tempo a decidere con quale piede partire. Probabilmente l’imbarazzo della scelta mi suggerirebbe di restare seduta lì. Vorrai mica fare un torto a uno dei due ….
e intanto l’ex manager un po’ abbacchiato si avvicina: eh … quando prendi contemporaneamente il pettorale della Vertical e anche quello della Sky Race ….. può capitare che poi li inverti, no?
Eh, amico, a me non capiterebbe di certo, ma … la Sky Race, hai detto?
Ecco. Tra due giorni c’è l’altra bella iniziativa sportiva: da Canazei, al Pordoi, ma proprio al Sass Pordoi (che più in cima non ce n’è), e ritorno. Di corsa, ovviamente.
Poco più di due ore e mezza.
Cioè, ragazzi …. ma cosa deve espiare, questo tale che si fa in due giorni queste due robe pazzesche?
Sono lì che ci penso. Ah, già: la piazzola dell’elisoccorso è vicina alla discarica. Ero venuta a buttare le bottiglie vuote della cena di ieri sera … e mi sono distratta a guardare questi qua … mi sembrano tutti incredibili, e di un altro pianeta.
E poi arriva questo personaggio: un ragazzo di circa venticinque anni, con una protesi al posto della gamba destra. È vestito come il Plastic Man di prima, e ha anche lo stesso pettorale. Solo che lui, mi dicono, parte per ultimo, perchè è la guest star. Corre fin sulla cima nel tempo di un Amen. Lui.
E io da mezz’ora buona sto qui con le bottiglie in mano ….
che alibi posso addurre, alla mia incapacità di qualunque gesto atletico?
Di cosa potrei essere la Guest Star?
Appoggio le bottiglie senza fare troppo rumore, e vado. Devo pensarci.

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