I casi sono vari.
Il filo conduttore è che a volte si può solo prendere atto, senza nemmeno provare a capire, o a stupirsi, o men che meno a dissentire.
Le persone dicono e dicono, e tu alla fine puoi dire solo “capisco”, che è ben diverso da “ho capito”.
Ti dicono che una camera non va bene perché è piccola, e poi aggiungono “lo vedo che è più grande dell’altra, però visivamente è più piccola” … tu che puoi dire?
A dire la verità non potresti dire neanche “capisco”.
Come non lo potresti dire di fronte a “Voglio una camera vicino all’ascensore, però nell’ala dall’altra parte, dove l’ascensore non c’è, perché altrimenti sento troppo il rumore”.
E poi … da questa finestra si vedono troppe montagne: mi mette ansia. Si può mica avere una camera che dà sulla facciata dell’albergo? Che così se guardo dalla finestra almeno vedo un po’ di vita.
Però mi dia una camera che sia in mezzo a camere di gente che non guarda la televisione, perché se la guardano mentre dormo, mi viene voglia di stare sveglio a guardarla pure io.
Cosa dici? Puoi dire Ho Capito?
E di fronte alle infinite variabili del letto, cosa dici?
Troppo caldo, o troppo freddo, o a copertura differenziabile.
Perché sa … mio marito ha sempre caldo e io ho sempre freddo, ma pare brutto fare due letti separati, allora bisognerebbe fare unito il materasso, ma separate le coperte.
E perché sa, io ho anche provato a mettere il piumone per traverso, perché avevo troppo caldo alle spalle, ma se lo giro mi si scoprono i piedi …
E la coperta che mi ha messo, però, sa di pecora. Di cos’è fatta? Di lana?
Però allora si potrebbe mettere una copertina e poi il piumone sopra, così da fuori non si vede che ho anche la copertina, e pare che dormo normale come gli altri.
….
Ai gruppi dei nonni in vacanza puoi dire solo Capisco.
L’italiano, intendo, quello lo capisco.